Dopo il mezzo annuncio a giugno scorso sul futuro dell’ex Ospedale dei Bastardini, è arrivato ieri qualche dettaglio in più. Saranno, infatti, Open Event (già DumBO) e l’impresa sociale Lama (Manifattura Tabacchi di Firenze) che gestiranno lo spazio per 8 anni (con un contratto 4+4). Una partnership pubblico-privato che mette insieme i nuovi gestori, il Comune di Bologna e Invimit Sgr spa la società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che dal 2018 ha la proprietà dell’enorme complesso storico (13mila mq).
Quella di Open Event e Lama è stata l’unica proposta presentata e riguarda la realizzazione di “un nuovo polo culturale e artistico multifunzione” accanto a 14 appartamenti già ristrutturati da mettere a reddito (alcuni a canone calmierato e altri riservati a produzioni o residenze) per sostenere un investimento che si aggira «fra i 3 e 4 milioni, sui 500 mila euro all’anno». Open Event e Lama pagheranno a Invimit un canone d’affitto totale di 1,45 milioni (gratuito per i primi tre anni, progressivamente fino a 600mila euro nell’ottavo anno) e si accolleranno le spese per la ristrutturazione. A parte gli sgravi previsti dal Comune per gli usi temporanei, il progetto dovrà quindi autosostenersi con un mix di attività culturali, ma anche di tipo commerciale, insieme all’affitto degli appartamenti e a quello delle sale a soggetti esterni.
Un modello piuttosto originale per Bologna, che unisce per la prima volta le attività culturali agli introiti sull’immobiliare.
Già Stefano Scalera, Amministratore Delegato di Invimit, aveva comunque dichiarato che sarebbe stata “una riattivazione dell’immobile in grado di generare valore culturale, sociale e immobiliare, in linea con gli obiettivi del Piano Strategico di Invimit SGR”.
Il contratto non è ancora stato firmato, ma le prime attività dovrebbero partire già in autunno.
“Gli ex Bastardini – ha dichiarato il Sindaco, Matteo Lepore – sono un luogo iconico, prima che chiudesse un luogo molto vivo dal punto di vista culturale. Ora sarà un esempio a livello nazionale di come si può rigenerare un luogo in un contesto storico attraverso un impegno sull’abitare, sulla cultura e sulla creatività. Farlo nel centro storico di Bologna non era semplice, ringrazio Invimit per aver accettato questa sfida e aver selezionato anche dei soggetti del territorio che hanno già dimostrato in altre occasioni di saper rigenerare spazi importanti”.