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Cosa fare all’Esposizione Universale?

Speciale Expo ad agosto: cosa fare una volta arrivati alla Gardaland di Rho

Scritto da La Redazione il 30 luglio 2015
Aggiornato il 7 luglio 2016

All’entrata dell’Expo tutti se lo chiedono un’ultima volta: «E adesso cosa si fa?» Da tre mesi e per altri tre, ogni giorno si è ripetuto e si ripeterà uguale a se stesso. Ci sono le attività proposte per tutto il periodo ed eventi unici organizzati dai padiglioni. Per questo motivo Zero vi suggerisce i suoi percorsi tematici. Buona camminata.

Percorso sostenibile

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Chi l’aveva detto che la sostenibilità sarebbe stato il tema centrale dell’Expo? Per ora pare solo oggetto di liti di condominio tra i padiglioni, McDonald’s e Slow Food. Nonostante ce la stiano mettendo tutta i tipi del parco della Biodiversità e del padiglione Biologico, con eventi e incontri di saggi e messia da tutto il mondo, questi rimangono i luoghi meno visitati di tutta l’esposizione. Alla fine la vera lezione di responsabilità dei consumi viene dalla Svizzera: il padiglione è un edificio di quattro torri piene di scatole contenenti acqua, sale, caffè e mele, che chiunque può portare a casa. Man mano che le torri si svuotano, le piattaforme sui cui poggiano si abbassano e i piani scompaiono. Sempre non decidano di “ricaricarli”, come purtroppo giù successo.

Percorso tech

Expo-percorso-tech

L’Expo è una vetrina o anche lo specchio di un mondo in evoluzione? Annunciata come l’esposizione più futuristica di sempre, non vorranno farci credere che touch screen, megaschermi, simulazioni, connessione wifi, funzionante solo lungo di Decumano, e occhialoni per la realtà aumentata o virtuale aiutino a centrare l’obiettivo? Il FutureFoodDistrict, collaborazione tra Coop e il MIT di Boston, promette grandi anticipazioni sul futuro del cibo. Stampante domestica 3D che crea un piatto di pasta in 2
minuti, supermercato con il robot collaborativo che aiuta a fare la spesa, banconi che informano su provenienza, proprietà nutritive e impronta ecologica dei cibi. Ma forse la vera invenzione presentata in Expo è stata la mano bionica del padiglione toscano: è piaciuta così tanto da essere rubata.

Percorso edutainment

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Per chi volesse inoltrarsi in un percorso a tappe del supermuseo del cibo più tarato sui bambini che sugli adulti, si parte con i diecimila metri di spiegazioni enciclopediche dedicato al mondo del Padiglione Zero. Si corre il rischio di assistere alle celebrazioni del “re dell’agricoltura” della Thailandia, e si tira il fiato nel padiglione dell’Azerbaijan, che piace per l’utilizzo della gamification e per essere l’unico tra quelli stranieri interamente made in Italy. Sceglietene 3 e ritirare il numero per evitare file. I più visitati: l’alveare virtuale che racconta la laboriosità britannica, l’enorme foresta austriaca con le bolle gonfiabili, il Brasile per via della rete a salto all’ingresso.

Percorso architetture & arte

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Il primo premio l’abbiamo già dato: il padiglione del Bahrain stacca tutti gli altri per eleganza e stile. L’ha fatto un vero architetto, l’olandese Anne Holtrop, cui è stato commissionato un giardino labirinto con pareti basse, di cemento chiaro e liscio, che poi saranno smontate e rimontate in Bahrain. Foster, si sa, ha progettato il meno sobrio padiglione degli Emirati Arabi Uniti, e del Brasile più che l’architettura del padiglione in sé piace la grande rete da salto sospesa (adorata dai voyeurs per la vista à la Malizia). Nel panorama generale, denso di pareti legnose o coltivate a insalata, spicca anche il padiglione inglese (da guardare di notte), un enorme alveare disegnato da Wolfgang Buttress.

Percorso famiglie

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«Un grande parco tematico per genitori con bambini» la promessa non pare disattesa. Braccialetti identificativi all’ingresso, passeggini gratuiti, welcome kit con informazioni sui servizi family friendly, rendono di sicuro la visita comoda. Però per ora all’attrazione pensata per bambini ­il girotondo tematico del Children Park ideato da Reggio Children a metà del Decumano – viene preferito il padiglione dell’Austria con le sue bolle d’aria, lo scivolo che fa uscire dal padiglione tedesco e la citata rete a salto brasiliana.

Percorso mangiare

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Stai a vedere che terminati i lavori per tempo (più o meno), la grande sòla di Expo rischia di essere l’offerta gastronomica. C’è di tutto, pure troppo, ma i prezzi sono vergognosamente alti se ti siedi a mangiare nei padiglioni degli stati (con rarissime eccezioni), inaccessibili ai più nelle “cene stellate” di Identità Expo, fuori mercato da Eataly e in molti altri ristoranti. La scelta migliore (o almeno un filo più economica) sembra essere il cibo di strada: patatine fritte belghe, hamburger all’alga olandesi, gelato alla vodka bielorusso. I migliori assaggi gratis nel Padiglione russo, alla Coldiretti e dai francesi. Non (ancora?) pervenuti gli insetti. La sera si rischia il digiuno: in molti sbaraccano alle 21:30.

Percorso bere

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Col caldo di queste settimane partiamo dalla sopravvivenza: l’acqua. In alcuni stand l’ho vista in vendita a 3 euro, ma fatevi furbi: entrate con una bottiglietta vuota e andatela a riempire nelle Case dell’acqua, al Padiglione dell’Austria (dov’è gelata!) o semplicemente nei bagni pubblici. Per il vino, l’omonimo padiglione propone tre assaggi di etichette anche pregiate a 10 €. Per la birra, preparatevi a spendere almeno 5 o 6 € a pinta, a meno di andarla a comprare nel supermercato della Coop, dove peraltro vendono anche vino (degustazioni gratuite ogni giorno) e superalcolici. Assaggi gratis di bevande tradizionali nel Padiglione russo. E l’aperitivo? Terrazza Martini (non se piove: ci si bagna), Franciacorta, tapas spagnole. O magari tornate a Milano che c’è più qualità.

Percorso sera

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Si è atteso fino a poco fa per vedere sdoganata l’apertura fino alle 24 nel week end. Intanto l’ingresso a 5 euro dalle 19 ha fatto entrare più di centomila persone (si dichiara) solo di sera. Il nostro percorso notturno preferito è il villaggio hippy olandese: non un padiglione, ma un luna park con tende da circo, furgoncini, hot dog, musica, e l’unica ruota panoramica di tutta l’esposizione, su cui si può bere e mangiare.