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FOG 2023. Di sogni e altri mondi

Da febbraio a maggio torna, da terre lontane, il Festival di performing arts di Triennale Teatro

quartiere Sempione

Scritto da Francesca Rigato il 21 dicembre 2022

Philip Frowein

L’album Some Music For Robby Müller degli SQÜRL suona in cuffia mentre leggo i titoli e i nomi degli spettacoli di FOG, il famoso Festival di performing arts che invade il palco del Teatro dell’Arte (Triennale Teatro Milano) dall’11 febbraio all’11 maggio 2023. Non potrebbe esserci colonna sonora migliore per descrivere e capire quello che accadrà nei prossimi mesi. L’album infatti è un omaggio a Robby Müller, scomparso nel 2018, famoso direttore della fotografia dei film di Wim Wenders con cui anche Jim Jarmusch ha collaborato. Ecco dunque aprirsi immediatamente un immaginario, colori pastello alla Wenders, storie vere e surreali, musica elettronica che porta alla violenza e alla ritualità di un mondo immaginifico e infine la verità di realtà distopiche e lontane. Ebbene viene da chiedersi, dov’è il teatro in tutto questo? Arriva non vi preoccupate anzi, per fare un riferimento diretto alla stagione, sfonderà le porte e conquisterà i palchi. Musica, film, immagini sono in realtà la commistione perfetta per il performativo, per un teatro che mescola i linguaggi e li traspone nel qui e ora della scena, nell’impossibilità della ripetizione uguale a sé stessa e di quel famoso patto col pubblico di sospensione dell’incredulità.

Non una novità probabilmente, ma sicuramente un richiamo alla curiosità, ed è proprio quest’ultima sensazione che avvolge la stagione di FOG che avrà inizio il 1° febbraio con gli SQÜRL, duo formato da Jim Jarmusch e Carter Logan che suoneranno sulla proiezione di quattro cortometraggi di Man Ray. La sinestesia d’arte continua con Dimitris Papaioannou, famoso danzatore e coreografo greco, che si definisce “un pittore che cerca di comporre immagini” per raccontare gli archetipi dei miti in un’atmosfera onirica e cupa, una poetica che arriva direttamente dal cuore e dalle viscere dell’artista in scena con Šuka Horn in INK spettacolo, vincitore dell’Ubu 2021, sul palco della Triennale l’11 e il 12 febbraio. Dalla Grecia viaggiamo ora in Spagna restando nel mondo dei sogni, ma questa volta per bambini: arrivano, dal 15 al 18 febbraio, El Conde de Torrefiel con Los Protagonistas. Il pubblico viene direttamente coinvolto nella narrazione di questa installazione e, proprio come si faceva da piccoli quando si inventavano nuovi giochi, si andrà alla scoperta di terre e mondi fantastici. Con Bad Dante Bad English Bad Opera, in scena il 22 e 23 marzo, l’ultimo lavoro della compagnia norvegese Spreafico Eckly e il compositore Matteo Fargion, approdiamo nelle terre del Purgatorio di Dante: le musiche composte per trio d’archi accompagnano il canto e la recitazione degli attori che, attraverso la destrutturazione della sacralità della Commedia, ci mostrano un nuovo poeta. Torna, l’1 e 2 aprile, il Leone d’Oro Alessandro Sciarroni con DREAM, una performance a libera fruizione dello spettatore, senza inizio né fine, dove sei performer e un pianista mettono in scena un’umanità vera, sonnambula e corporea. Il 12 e 13 aprile il coreografo statunitense Jeremy Nedd e Impilo Mapantsula portano in Italia How a falling star lit up the purple sky, un western capovolto dove è la natura a dominare e non l’uomo: sul palco viene eseguita la pantsula, una danza popolare, sinonimo di sopravvivenza, nata nelle township sudafricane durante il regime dell’apartheid. La stagione si chiude il 5 e 6 maggio con DIPTYCH: The missing door and The lost room della compagnia belga Peeping Tom: ecco le porte citate nell’introduzione, che si chiudono e si aprono a piacimento, come controllate da spiriti ultraterreni. Tutta la scena è abitata dal mistero di una stanza vivente e partecipante con i performer alla narrazione.

Tra un sogno e l’altro questa stagione sembra proprio che voglia mostrarci come possa esistere un altro mondo diverso da quello reale, altre verità contrapposte ma raggiungibili attraverso l’arte, il teatro e ogni forma di performance, suggestioni che prenderanno più respiro o indagheranno altre direzioni quando a gennaio uscirà il programma completo del Teatro della Triennale. Ecco che questa pioggia di sogni e performance sinestetiche, avvolta dalla nebbia onirica di FOG, mostra una stagione pronta a farci viaggiare lontano, dove un aereo o un treno non potranno mai portarci, per poi ritornare più consapevoli e ricchi su questa terra.