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Human Brains alla Fondazione Prada

La prima puntata di un grande progetto sul cervello dal 9 al 13 novembre

quartiere SouPra

Scritto da Lucia Tozzi il 9 novembre 2020

Brain image M. Axer / FZJ / HBP Courtesy Human Brain Project

«L’artista produce oggetti e relazioni che rappresentano una forma di ginnastica per il cervello. Sebbene possa sembrare romantico, credo fermamente che gli artisti riempiano il panorama culturale con nuove forme di oggetti, spazi, performance, e azioni che producono nuove possibilità per la configurazione della materia del cervello. I confini e le forme della cultura visiva sono in perpetuo mutamento. Questo flusso attiva le potenzialità virtuali del cervello, virtuali in senso deleuziano. E il cervello subisce una trasformazione assieme alla mente. L’arte è uno spazio sacro nel quale è ancora possibile una ricerca su un oggetto o una relazione, che utilizzi metodologie e sistemi alternativi e sperimentali. Questo, alla fine, esalta la diversità neurobiologica con la quale siamo nati». Sono le battute conclusive di un’intervista del 2007 a Warren Neidich, neurologo e artista, fondatore di artbrain.org, riportate in Intervista con la new media art, a cura di Marco Mancuso, appena pubblicato da Mimesis.
I legami tra arte e scienza sono sempre stati intensissimi, basta pensare ai grandi artisti rinascimentali o del seicento olandese, o ancora all’uso che i cubisti hanno fatto dell’idea della quarta dimensione di Poincaré, come ricorda ancora Neidich, ed è quindi più che naturale che Miuccia Prada abbia concepito da qualche anno l’idea di sviluppare un grande progetto di ricerca sul cervello umano, Human Brains appunto, in collaborazione con un comitato scientifico, presieduto da Giancarlo Comi e costituito da ricercatori, medici, psicologi, linguisti, filosofi, divulgatori e curatori come Jubin Abutalebi, Massimo Cacciari, Viviana Kasam, Udo Kittelmann, Andrea Moro e Daniela Perani. Progetto che si traduce in un un programma di mostre, convegni, incontri pubblici e attività editoriali previsto tra novembre 2020 e novembre 2022.

Nel corso del progetto saranno analizzate le tappe storiche e concettuali fondamentali che hanno contributo a identificare il cervello come sede del pensiero. Sarà affrontata la tematica chiave dei rapporti tra mente e cervello, intrecciando discipline e saperi: dalla neurobiologia alla filosofia, dalla psicologia alla neurochimica, dalla linguistica all’intelligenza artificiale fino alla robotica.

Saranno approfondite le basi nervose delle sensazioni, delle emozioni, della memoria e delle funzioni superiori quali coscienza, linguaggio, creatività e pensiero astratto. Saranno affrontati alcuni temi complessi come l’inconscio e la libertà di decisione, sottolineando il ruolo cruciale che la scienza ha nell’affrontare queste tematiche, ma anche i suoi limiti. Ampio spazio sarà dedicato agli sviluppi tecnologici nell’ambito delle neuroimmagini e delle tecniche di esplorazione funzionale del cervello. Altrettanto rilievo avranno gli studi di neurobiologia e di neurofisiologia sperimentale sui neuroni, le loro interconnessioni, i tipi di messaggi che si scambiano e le loro superspecializzazioni.

La prima tappa di Human Brains è rappresentata dal convegno online “Culture and Consciousness” che si terrà dal 9 al 13 novembre 2020 su una piattaforma interattiva, collegata al sito web di Fondazione Prada: humanbrains.fondazioneprada.org. Sarà strutturato in cinque discussioni quotidiane focalizzate sullo studio della coscienza nell’ambito delle neuroscienze che si terranno dalle 19 alle 21.

Le prime due discussioni, che vedranno la partecipazione della neuroscienziata Mavi Sanchez-Vives e del neurobiologo Jean-Pierre Changeux, moderati dal neurologo Giancarlo Comi, e della neuroscienziata Eve Marder e del neuroscienziato Antonio Damasio, moderati dalla neurologa e neuroscienziata Daniela Perani, esploreranno i fondamenti biologici della coscienza, per poi approfondire l’analisi della connettività e le tecniche rivoluzionarie che consentono di studiare il cervello in vivo.

Le altre due discussioni tra il neurolinguista Andrea Moro e lo psicologo cognitivo Stanislas Dehaene, moderati dal neurologo cognitivista Jubin Abutalebi, e tra l’antropologo Ian Tattersall e il neuroscienziato Idan Segev, moderati dalla neuroscienziata Katrin Amunts, affronteranno la nozione di coscienza in relazione agli studi antropologici, il ruolo fondamentale del linguaggio e dei suoi rapporti con la sfera emotiva e affettiva per arrivare a formulare riflessioni sulle evoluzioni future degli studi e sui tentativi di creazione di macchine pensanti.

La discussione finale tra il filosofo Michele Di Francesco e lo psichiatra e neuroscienziato Giulio Tononi, moderata dalla giornalista scientifica Viviana Kasam sarà un momento essenziale di confronto tra prospettive e approcci diversi con cui è affrontata la questione complessa della coscienza.