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I 20 anni dell’Opera 33

20 anni senza mai andare fuori tempo: Terry Monroe ci racconta la storia dell'Opera 33 in occasione del suo compleanno

Scritto da Martina Di Iorio il 24 novembre 2017
Aggiornato il 5 dicembre 2017

Terry Monroe ti guarda fissa negli occhi quando parla. Lo si capisce subito che è la santissima trinità dietro il bancone del bar dell’Opera 33: padre o meglio dire madre, figlio e spirito santo di uno dei posti più curiosi, longevi e anticonformisti di Milano. Dire che si beve – e anche bene – qui è riduttivo. Dal 1997 in Via Farini 33 ne accadono di ogni e continuano ad accaderne. Feste pazze, trasformismi di ogni genere, alchimie da bere e un lavoro costante – di Terry e dei suoi discepoli susseguitisi negli anni – che arriva fino a oggi e che si prepara a festeggiare in grande stile (leggi qui).

Nel 1997 insieme ad altri due soci decido di iniziare questa avventura. Non pensavo minimamente che questo locale diventasse la mia vita e che durasse per così tanto tempo. Venivo dal mondo dell’animazione in discoteca, locali come il Loolapaloosa e l’Holliwood, e le mie esperienze al bar erano principalmente su navi da crociera. Avevo 22 anni e arrivavo dall’esasperazione del casino e delle luci della notte, un mondo che non mi ha mai abbandonato e che ho voluto fin da subito ricreare qui all’Opera 33. Ne sono una testimonianza le feste pazze che ho sempre organizzato. Molti ricordano che una delle prime feste di Halloween mai fatte a Milano è stata fatta proprio qui da me nel ’97”.

Venti anni fa questa zona era molto diversa, più trafficata, c’erano tanti esercizi commerciali che portavano passeggio e gente da altri quartieri di Milano. Terry trova questo locale ed è subito amore visto che le spiegano che nei primi anni del 900 era una drogheria di spezie ed erbe, sua grande passione. Mi fa vedere un foro sul soffitto che risale a quegli anni, un foro attraverso il quale passavano le granaglie dal piano superiore a quello inferiore per evitare l’umidità.

“Il nome Opera è un elogio alla lingua italiana. L’ho scelto perché difficilmente traducibile e perché è la parola che meglio spiega il concetto che c’è dietro a questo locale e alla mia vita. Opera vuole dire lavoro, vuole dire cultura del fare, vuol dire qualcosa che è stata iniziata e che continua a evolvere. Come il lavoro qui da noi, in continua evoluzione dal 1997.”

E di lavoro a ben vedere ce n’è parecchio. Fin da subito Terry inizia a concentrarsi su quella che sarà la caratterizzazione più spiccata dell’Opera 33: il lavoro sui cocktail alle spezie, i profumi da bere come dice lei. Negli anni dominati dai pestati – quelli che ora vengono chiamati muddle cocktail – come Caipirinha, Caipiroska, Caipirissima e i cooler – i long drink per eccellenza – con utilizzo quasi esclusivo di rum e vodka, Terry inizia già nel 2000 a introdurre i suoi signature, molti dei quali ancora oggi presenti in lista.

Tutte le cocktail list dell'Opera 33 dal '97 ad oggi
Tutte le cocktail list dell’Opera 33 dal ’97 ad oggi

Mi mostra tutte le liste, che custodisce con religiosa cura: “Nei primi anni di lavoro qui all’Opera la nostra lista era molto incentrata sui classici: dai pre-dinner come il Negroni, Manhattan e Americano agli after-dinner più tradizionali. Abbiamo ragionato fin da subito fuori dagli schemi. In un periodo a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio, governato dalla spinta della globalizzazione e quindi internazionalizzazione, noi di Opera abbiamo mantenuto tutti i nomi in italiano. Quindi il Bloody Mary diventava il Bladimery, l’Old Fashioned diventa l’Old Fescion. Ci faceva ridere questo inglese maccheronico.”

Il passo verso la sperimentazione è breve. Ecco nascere i suoi profumi da bere i quali battezza con nomi provenienti dalla mitologia greca-romana: “Inizio intorno al 2000 ad aggiungere i primi home signature a base spezie. Scelgo di attingere al vasto panorama della mitologia perché amo la cultura e perché attraverso questo immortale teatro di personaggi e leggende riuscivo e riesco a parlare di cocktail indirettamente. Così nasce Ade un Pepper Martini Cocktail che come il Dio degli Inferi appunto è invisibile al resto del mondo; oppure Gea un Negroni con chiodi di garofano. E poi c’è Tisifone, Megera, Kore e tanti altri miti che vivono attraverso i nostri cocktail.”

Gli studi di Terry sui cocktail
Gli studi di Terry sui cocktail

In quegli stessi anni Terry introduce la famosa donna nel logo di Opera 33. “Bere è stata da sempre una prerogativa solo maschile, anche se al mio bancone si è sempre susseguita una clientela mista. Io sono donna e come tributo a questo fantastico mondo ho scelto questa venere che troviamo anche nella parola Opera. Poco prima del 2000 mi arrivò una lettera dal Comune di Milano – la cosa mi fa sorridere ancora – dove venivo introdotta tra le imprenditrici della città sotto i 25 anni. Ancora devo averla da qualche parte.”

L’universo dell’Opera 33 è donna sotto tanti punti di vista. Il bancone del bar – un vecchio pianoforte Yamaka del 1950 – sembra il laboratorio di un’alchimista che gioca con profumi ed essenze. Olfattori, bottiglie di cristallo, fiori, alambicchi, sono la cornice dell’universo di Terry. “Tra i vari appellativi che mi sono stati dati quelli che preferiscono ricordano quest’universo magico: witchcraft, maga delle erbe, sorciere, si legano bene a una figura come la mia che lavora dietro il bancone con spezie ed erbe per aromatizzare i propri cocktail. Opera 33 infatti è la mia drogheria, il mondo dove unisco vecchie tecniche di cucina e processi alchemici legati al mondo dell’attuale bartending. Lavoro molto sui profumi e sugli aromi, su cio che è evanescente e cio che ha un corpo. Non a caso io volevo fare l’erborista.”

Opera33_milano_cocktail_via_farini

Gli anni passano, le liste si moltiplicano, l’Opera 33 diventa sempre più punto di riferimento per chi a Milano cerca un locale fuori dagli schemi. Le feste a tema, i travestimenti di Terry, i profumi da bere, portano clienti che negli anni si fidelizzano sempre di più e sono incuriositi da questa figura quasi mistica dietro al bancone. “I gusti dei clienti negli anni non sono cambiati, quello che è cambiato è la proposta commerciale. Le mode si sono susseguite nel tempo: dal Cuba Libre siamo passati al Vodka Tonic e Lemon e ora da 3 anni a questa parte grande spazio al Gin Tonic. Quale sarà la prossima tendenza? Sicuramente si sta già assistendo al ritorno della grande liquoristica italiana, accompagnata dal bere in coppa.”

Le sue ultime e più recenti liste confermano questa tendenza, e Terry mi racconta come a oggi all’Opera 33 si utilizzano tecniche così avanzate che per un cocktail ci possono volere anche 12 minuti, come per il Sazerac. “Partecipo a eventi, competition, e masterclass di ogni genere per portare questa mia passione agli altri. Il mio lavoro non si ferma qui nonostante i 20 anni all’attivo. Siamo in continua evoluzione. Il segreto per restare in ballo così a lungo? Non bisogna dare importanza al tempo. Bisogna vivere il momento, starci dentro ora e adesso, vivere il presente. Ho avuti alti e bassi ovviamente, ho modificato molto anche in me stessa. Ma alla fine finisco sempre per stravolgere le regole perché questa sono io e questo è il mio locale.”

terry monroe

Mi viene offerto Ade, il Martini Cocktail che viene dagli inferi con infuso al cardamomo. Terry si prepara alla festa per i 20 anni, il tema sarà la miniera. “La miniera è un tunnel buio dove però si cercano preziosi come l’oro. Un po’ come questo posto, un po’ come me.”

Tanti auguri Opera 33!