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I 30 anni dalla morte di Luigi Ghirri tra mostre, incontri ed eventi

Scritto da La Redazione il 2 febbraio 2022

A trent’anni dalla scomparsa, le città di Reggio Emilia, Modena e Parma ricordano Luigi Ghirri, il grande maestro della visione, con Vedere Oltre, un ricco calendario di eventi e iniziative che si svilupperà nel corso del 2022.
Le tre città, alle quali Ghirri era particolarmente legato, organizzeranno eventi espositivi, conferenze e workshop. A partire dall’opera e dal pensiero del maestro della visione, scrittori, curatori, studiosi e artisti nazionali e internazionali tracceranno nuove rotte, anche in direzioni inusuali e inattese, sollecitando interessanti punti di contatto tra il lavoro di Ghirri e la ricerca contemporanea.

Il Trentennale inaugura a Reggio Emilia domenica 13 febbraio alle ore 17.30 nel Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro con Archivi: itinererio possibile, la prima di un ciclo di conferenze articolate sulle tre città che ha l’obiettivo di tracciare un itinerario possibile all’interno di quella vasta eredità culturale lasciata da Ghirri. La conferenza sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook Cultura Reggio Emilia.

Figura centrale nel panorama internazionale della fotografia del secondo Novecento, Luigi Ghirri (Scandiano 1943 – Reggio Emilia 1992) non è stato soltanto un importante autore, ma anche un critico, curatore, saggista e promotore di una nuova cultura fotografica capace di porre questo linguaggio al centro del dibattito dell’arte contemporanea.
Scomparso improvvisamente il 14 febbraio del 1992, Ghirri ha lasciato decine di migliaia di fotografie e un’immensa eredità culturale che costituisce ancora oggi una traccia indelebile nella fotografia contemporanea. La sua fama ha oltrepassato prima i confini emiliani e poi quelli nazionali, e alcune tra le più prestigiose gallerie, istituzioni e realtà museali internazionali gli hanno dedicato negli anni importanti retrospettive.

La ricerca di Ghirri, ampia e eterogenea in quanto a tematiche affrontate, si concentra su questioni quali la percezione, la rappresentazione e lo statuto dell’immagine e si apre a contaminazioni provenienti dalla letteratura, dalla filosofia, dalla musica e dall’arte. Cuore di tutta la sua riflessione è la concezione della fotografia come mezzo per rinnovare lo stupore, per scoprire un modo nuovo e più autentico di guardare e percepire il mondo secondo una visione che avrebbe affascinato intere generazioni di fotografi.