Nati nel 1974 per volontà del Comune di Bologna come osservatorio e centro di studi sui paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’America Latina e Oceania, il Centro e la Biblioteca Amílcar Cabral furono ispirati dalla storia dell’omonimo leader del Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde Amílcar Lopes da Costa Cabral (Bafatà, Guinea Bissau, 1924 – Conakry 1973), uno dei principali ideologi e artefici del processo di decolonizzazione dell’Africa.
Ospitata all’interno di Villa Caldesi/La Casa dell’Angelo in Via San Mamolo 24, la il Centro/Biblioteca ha nel tempo allargato i suoi ambiti di interesse, occupandosi anche di migrazioni, problematiche internazionali, colonialismo, postcolonialismo, decolonizzazione, cooperazione internazionale, diritti umani, schiavitù e tratta, razzismi, razzializzazione, globalizzazione, ambiente e crisi climatica, letterature e racconti di viaggio.
Proprio nell’anno del cinquantesimo anniversario del Centro/Biblioteca Amílcar Cabral, il 12 settembre prossimo ricorre il centenario della nascita dell’indipendentista africano, in occasione del quale, proprio da giovedì 12 e fino al 30 settembre, nel portico vetrato della biblioteca, sarà disponibile per il pubblico un percorso tra libri, riviste, opuscoli, articoli, manifesti e altro materiale conservato in biblioteca. Il focus si sviluppa a partire dagli scritti di Cabral, presenti in diverse lingue ed edizioni, e prosegue con le biografie, gli studi, le analisi e le ricerche a lui dedicati: dai volumi sulle lotte di liberazione delle colonie portoghesi fino alle pubblicazioni più recenti che evidenziano l’attualità e la dimensione universale.
Come sottolineato da Anna Maria Gentili, professoressa emerita dell’Università di Bologna e membro del Comitato scientifico del Centro/Biblioteca Amílcar Cabral, nel suo contributo scritto per i 50 anni dalla morte: “Per la mia generazione ciò che spinse a interessarsi, seguire e studiare e appoggiare le lotte per l’emancipazione delle popolazioni che si affrancavano dalle dominazioni coloniali, fu la forte empatia che sentivamo con l’impulso morale delle forme di soggettività individuale e collettiva che orientava l’azione pratica e simbolica dei loro leader politici e intellettuali. In quegli anni, Amílcar Cabral, in Guinea Bissau e Cabo Verde, considerati territori senza importanza economica, e tuttavia avamposti strategici e militari dell’irriducibile potere coloniale portoghese, emerse come il leader rivoluzionario più abile e innovativo, dotato di immenso carisma, capace di sollecitare consenso interno e internazionale, e soprattutto di mobilitare le diverse comunità etniche, razziali e di classe, che rappresentavano un panorama sociale e politico variegato, spesso conflittuale, da guidare a una presa di coscienza che si presentasse unita in un’azione comune per la conquista della libertà”.
Il percorso alla Biblioteca Cabral sarà arricchito da alcune riproduzioni fotografiche provenienti dal Fondo Bruna Polimeni della Fondazione Lelio e Lisli Basso Onlus di Roma. Una selezione di immagini tra le tante conservate nel fondo della giornalista/fotografa che dal 1969 ha cominciato a interessarsi e a partecipare alle lotte di liberazione nelle colonie portoghesi, accompagnando e fotografando in tanti momenti Cabral e gli altri protagonisti, oltre alla popolazione.
La biblioteca sta inoltre raccogliendo locandine e manifesti delle numerose attività in corso di realizzazione nel mondo, tra cui principalmente Guinea e Capo Verde, che confluiranno in una delle bacheche espositive.
Non mancherà la musica, grazie a una selezione a cura di Atlantico Festival, che riprende una parte delle canzoni e delle tracce sonore proposte l’anno passato, durante la Notte Cabral (23 luglio 2023).
Tutte le info e il programma su www.bibliotecaamilcarcabral.it