I film si guardano nel buio della sala o della stanza. Basterebbe questo dettaglio per connettere l’esperienza del guardare un film a quella del sonno e del sogno. Questa
privazione di luce in cui decidiamo di immetterci in quanto spettatori e lo stato di immobilità che ne inerisce, permette di proiettare (e nel migliore dei casi sublimare) tutti i nostri desideri visivi e motori sullo schermo. Il cinema fa suo il moto sessantottino “L’immaginario al potere”, privandolo di ogni ideologia per farne un mantra estetico di esplorazione del reale. E di una sua penetrazione onirica a portata di pupilla oculare. Non è un caso che in italiano l’espressione “sogno felliniano” sia stata standardizzata –
proprio ad esprimere la capacità unica del regista di rendere onirica la realtà. Rimini che nei suoi film diventa l’archetipo del bordello ma anche del paradiso. Lo stesso sesso nei film del maestro è spesso molto più immaginato che consumato, insegnandoci come non ci sia degradazione ontologica tra reale e virtuale.
Non è un caso che in italiano l’espressione “sogno felliniano” sia stata standardizzata –
proprio ad esprimere la capacità unica del regista di rendere onirica la realtà.
Se in Fellini il sogno è più arioso e spesso si concretizza in coralità di donne, in registi come Dario Argento incidono su celluloide la perversione e l’incubo. Argento ha spesso
dichiarato in svariate interviste come i suoi incubi siano i suoi film; non è forse un caso il fatto che di frequente abbia utilizzato come attrici nelle sue pellicole l’ex moglie Daria
Nicolodi piuttosto che la figli Asia Argento proprio a simboleggiare il legame psicoanalitico tra il suo cinema e la realtà. Che dire poi di tutti quei film che hanno fagocitato il tema del sonno, del sogno e del ricordo nel loro storytelling? Si tratta spesso di film con ambientazioni molto urbanizzate che vedono proprio nella schematizzazione del contraccolpo onirico ciò che da il balance all’economia narrativa. Uno su tutti; Eternal Sunshine of The Spotless Mind – film in cui la relazione d’amore tra i protagonisti viene eliminata in laboratorio attraverso un complicato processo scientifico, nel corso del quale la memoria non potrà che ribellarsi. Ed accendere metaforicamente le luci.