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Il documentario bolognese su rave e repressione

Scritto da Salvatore Papa il 27 novembre 2024

“Dalle piazze e gli artisti di strada, alle grandi feste “illegali” in giro per l’Europa e le street parade, la festa è ora più che mai un atto politico. Ballare per protestare, ballare per resistere, ballare per affermare la propria esistenza”. Questo il manifesto che ha anticipato l’uscita di Interdit, il documentario totalmente autoprodotto del giovanissimo regista Lorenzo Marino. 23 anni e originario di Verona, laureato al DAMS e attualmente studente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, Marino ha messo insieme in poco più di un anno una serie di riprese e interviste a musicisti, scrittori, artisti, partecipanti, dj e organizzatori che raccontano da dentro l’universo delle feste libere e l’ondata di repressione innescata soprattutto dal decreto anti-rave del governo Meloni.

Dopo un’anteprima al Lazzaretto il 15 novembre scorso, Interdit sarà presentato al Link giovedì 28 novembre alle h 21 (ingresso gratuito e senza tessera).

Il film è diviso in tre capitoli: il primo riguarda le feste in piazza e gli artisti di strada, “quasi un’idea primordiale di festa”; poi si passa alle feste più grandi in Europa filmate in Svizzera, Francia e Spagna; e, infine, il Witchtek di Modena, il conseguente decreto anti-rave e le street parade per combattere la repressione organizzate dalla rete Smash Repression.

– scorri sulle foto per sfogliare la gallery –

«Non è un documentario sulla storia dei rave – ci racconta Marino -, ma un’analisi sul periodo storico attuale. Io mi sono avvicinato alle feste da poco, dopo aver partecipato alle prime street parade di Smash Repression a Bologna. La spinta per girare il documentario è arrivata, quindi, proprio dalla volontà di ribaltare il pregiudizio che c’è attorno a questo mondo, con l’idea di dar voce a chi sta dentro e promuovere un punto di vista diverso rispetto all’immagine mediatica che viene comunemente data».

«Ho cominciato a girare il documentario – continua  quando sono entrato nel Movimento Arti Libere un anno fa, prima di uscirne, insieme ad altre persone che sono anche nel film, perché aveva preso una direzione che non rispecchiava più i nostri ideali. Ma la prima parte del film racconta proprio quelle aggregazioni spontanee che si creavano in luoghi pubblici grazie all’incontro di diversi musicisti riuniti solo dalla volontà di suonare ed esprimersi liberamente. Poi si passa ai contesti tekno e da lì il film si avvale anche di molte collaborazioni e riprese di altre persone che mi hanno aiutato, assumendo quindi uno stampo collettivo».

Interdit, il regista ci tiene però a specificarlo, non è pensato solo per il pubblico dei rave: «Quello che sto cercando di fare è proprio uscire dalla bolla. E la proiezione al Link rientra anche in questo tentativo di arrivare ad altre persone. Sarà una bella serata e il bar avrà prezzi popolari, quindi vi aspetto».