In tre minuti possono succedere moltissime cose. Lo si realizza soprattutto di fronte al cinema, che ha la forza di trasportarci in una dimensione parallela, in cui storie e pensieri si esprimono in maniera immediata. Lo sanno bene i registi che parteciperanno alla seconda edizione del MAX3MIN, festival di cortometraggi della durata massima, appunto, di 3 minuti. Non ci sono limiti per quanto riguarda formati, tematiche e attrezzature di ripresa, ma solo 180 secondi a disposizione.
La potenza di un cinema “compresso”.
Il festival comincia l’11, in due luoghi: gratuitamente online e al nuovissimo cinema Santa Fe, un progetto che debutta con la seconda edizione del festival, in cui si prova a mettere in pratica altri modi di pensare il cinema, ovvero con soltanto tre poltrone. Fino al 17, si potrà godere di un salotto a trois nelle maratone dei cortometraggi, immersi in quella complicità che soltanto i numeri primi e piccoli possono aspirare ad avere. Ma ovviamente non finisce qui, e le danze vere e proprie si avranno all’Ariosto il 19 e il 20, con due maratone da guardarsi tutte d’un fiato – sabato dalle 20:00 e mezzanotte e domenica dalle 10:30.
I film in programma sono divisi in due sezioni: il Concorso Internazionale e il nuovissimo NEXT GEN AWARD, un premio introdotto quest’anno per cui gareggeranno registi giovanissimi – il più giovane ha meno di 18 anni – provenienti dalle più svariate scuole di cinema di tutto il mondo, tra cui la New York Film Academy e la Kenya Film School. I registi sono tanti quanti sono i luoghi da cui provengono, tanti quante sono le sensibilità che li accompagnano nel trattamento delle storie e dei temi che MAX3MIN propone. L’intento è portare nelle sale cinematografiche la potenza di un cinema “compresso”, ben sapendo che anche nei brevi lassi di tempo si possono restituire fotografie nitida della società contemporanea, anche affrontando tematiche decisamente piccanti.
Tra queste, in particolar modo e ovviamente, la pandemia; con tutte le ripercussioni che ha avuto sulle nostre vite e il cambiamento di abitudini accompagnato dall’impressione di riduzione della socialità. La vita dopo il COVID-19 viene documentata in cortometraggi come The Birth, che si sofferma sulle figure eroiche degli operatori sanitari, ma anche in Automedic, indagando i tragici risvolti dell’emergenza nei paesi del terzo mondo, come il Kenya. Altro tema scottante, e ampiamente preso in considerazione dai giovani registi, è quello dell’identità di genere, sviscerata in maniera del tutto inaspettata da un’animatrice filippina che con il suo PMS: Premenstrual Superhearing; un corto che racconta – servendosi di uno sferzante umorismo – i rapporti che si vengono a creare tra uomo e donna durante il periodo di sindrome premestruale.
Ma ci sono anche le diversità linguistiche, l’ambiente e i conflitti legati alle disuguaglianze economiche. Insomma, una rassegna poliedrica quella del MAX3MIN 2022, che permette di riflettere su temi che talvolta possono sembrarci lontani, ma che ci coinvolgono molto più di quanto crediamo.
Uno degli obiettivi rimane quindi la creazione di contenuti documentaristici che si rivelano fruibili per il pubblico generalista, attraverso lo sguardo dei giovani di oggi che, pur avendo avuto a disposizione budget scarsi e troupe ridotte al minimo, sono riusciti a far emergere la cura nei dettagli e la veridicità dei contenuti, regalando al pubblico un’esperienza legata in maniera indissolubile alla vita reale, e agli istanti, quelli brevi – magari tre minuti – che riescono sempre a inquadrare una visione del mondo.