Una stella della Nouvelle Vague, che è anche la prima regista donna a ricevere l’Oscar alla carriera, Agnès Varda, e uno degli street artist più famosi del mondo, JR. Insieme partono per un lungo e poetico viaggio nei luoghi remoti della della Francia rurale con un unico liberatorio obiettivo: in ciascun posto visitato JR creerà giganteschi ritratti in bianco e nero degli abitanti che andranno a ricoprire case, fienili, facciate di negozi, ogni superficie libera. Così facendo, doneranno grandezza a quelle persone. È la storia immortalata da Visages, Villages, accolto trionfalmente al Festival di Cannes, candidato all’Oscar come miglior documentario, che dal 15 marzo arriva nelle sale italiane grazie alla Cineteca di Bologna, che l’estate scorsa l’aveva già proiettato in Piazza Maggiore durante Il Cinema Ritrovato ed è da tempo impegnata nel restauro dei film di Agnès Varda, a partire proprio dal suo esordio, nel 1955, La Pointe courte.
Ma Visage, Villages non è un dietro le quinte che svela il lavoro di JR: perché ad accompagnarlo c’è Agnès Varda, grazie alla quale l’arte di JR si trasforma in un film, un racconto per immagini, nel quale il processo creativo di JR diventa un esercizio maieutico per tirar fuori voce e pensieri delle persone incontrate lungo il viaggio.
“Occhi e sguardo sono importanti nel tuo lavoro”, ha detto Agnès Varda rivolta a JR. “E sono importanti nel film. Tu ci vedi molto bene, a compensare la mia vista sfocata, e paradossalmente i tuoi occhi sono sempre nascosti dietro un paio di occhiali neri. Ci sorprendiamo a vicenda. Spero che sorprenderemo soprattutto gli spettatori, con il nostro rapporto e con le incredibili testimonianze che abbiamo raccolto. Ci sono parole che non dimenticherò mai”.