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Il progetto per decentrare il divertimento notturno in Fiera

quartiere San Donato

Scritto da La Redazione il 1 febbraio 2022

Il sindaco Matteo Lepore ha illustrato ieri in Consiglio comunale le linee programmatiche per il suo mandato 2021-2026. Come aveva già annunciato in campagna elettorale, tra le 36 pagine del documento intitolato La Grande Bologna ha ribadito l’idea di decentrare il divertimento notturno in Fiera nell’ambito della riqualificazione dell’area dove dovrebbe nascere anche un Cineporto con 20.000 mq di studi cinematografici.

“Attraverso un percorso di coinvolgimento di tutti i portatori di interesse della città – si legge -, organizzeremo gli Stati Generali della Notte, un momento di confronto e approfondimento per valutare la migliore modalità per creare politiche virtuose di gestione dello spazio pubblico notturno e la valorizzazione del lavoro, e che al tempo stesso riduca la pressione sul Centro Storico e altre zone di Bologna. Nell’ambito della riqualificazione dell’area fieristica daremo vita ad un distretto del divertimento notturno con imprese di qualità, regolamentato in tema di orari e collegato dai trasporti”.

La questione degli Stati Generali era già stata anticipata nella nostra intervista alla vicesindaca Emily Clancy, tra le cui deleghe figura anche quella all’economia della notte: “Voglio avvalermi di metodi orizzontali – ci aveva detto – incontrando tutti i portatori d’interesse della notte: dagli operatori e operatrici della cultura ad autist* e tassist*, dai residenti ai ristoratori, dai performer agli operatori ecologici alle varie fasce di età che vivono con modalità diverse quella stessa porzione di giornata”.

L’idea del “distretto” però non è nuova e negli anni sono stati diversi i tentativi di decentrare la cosiddetta “movida”. Già Virginio Merola, prima da assessore e poi da Sindaco ci aveva provato col Parco Nord, progetto poi sfumato.

Sulla quetione si è espresso qualche tempo fa anche il Presidente di BolognaFiere Gianpiero Calzolari, che al Resto del Carlino ha dichiarato: “Se vuoi davvero spostare i giovani dal più bel centro medioevale d’Europa a un quartiere periferico, deve essere un bel quartiere periferico, non un capannone dipinto di nero“, ricordando poi il problema di collegamenti pubblici in quella parte di città.