Che facebook e instagram, pur tollerando qualsiasi tipo di violenza scritta, non facciano invece sconti sui corpi nudi è risaputo. La linea è altrettanto nota: “conosci le regole, se sgarri sei fuori”. Peccato però che non esista il diritto di replica e una volta entrati nel mirino dell’algoritmo anti-“oscenità” all’ennesimo passo falso si viene fulminati. È capitato anche al profilo instagram di CHEAP, disattivato per aver violato le linee guida sul nudo. 42mila follower cancellati in un sol colpo.
Le foto incriminate sarebbero quelle dell’ultima campagna Her Name is Revolution con gli scatti realizzati dalla giovane artista visiva e poetessa Rebecca Momoli. Alcune delle foto ritraggono i corpi nudi di donne, attiviste, artiste e persone vicine a CHEAP, e su ogni copro compare una scritta nata da una riflessione dell’artista sul tema della scelta e dell’autodeterminazione per sviluppare un’immaginario che rappresenti il desiderio così come il rifiuto della maternità.
Potrebbe essere una coincidenza – e non lo è -, ma: gli stessi poster sono stati negli scorsi giorni vandalizzati con una bomboletta spray che ha cancellato i volti, i capezzoli e i claim femministi presenti. Non è la prima volta ed è già successo in passato con i psoter di Vinz Feel Free, Miss Me, School of Feminism, ma stavolta l’attacco censorio ha preso una dimensione diversa.
“Il dato più evidente – scrive CHEAP – è che i corpi non eroticizzati delle donne sono un problema nella loro dimensione di corpi politici. Immancabilmente, arriva un censore (usiamo il maschile perché lo immaginiamo uomo, in alcuni casi perché lo sappiamo uomo) che pensa di operare una censura dei corpi e dei simboli della nostra liberazione: qualcosa ci fa pensare che questo gesto possa ragionevolmente avere a che fare con substrati di cultura cattolico oscurantista contestualizzati nel ridente panorama del patriarcato – non esattamente una giuoia”.
È questo il metaverso che ci attende?
Intanto la nuova pagina di instagram di CHEAP la trovate qui.