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La cultura che resiste

La resilienza didattica delle istituzioni milanesi

Scritto da Giada Biaggi il 5 aprile 2021
Aggiornato il 9 aprile 2021

Fondazione Prada - Foto di Delfino Sisto Legnani

L’anno dei cinema vuoti perchè chiusi; me lo ricorderò così. Quello che preferivo era il cinema di Fondazione Prada con le poltrone in velluto color oliva – le proiezioni iniziavano sempre verso le otto di sera e prima non poteva mancare un drink al Bar Luce popolato dalla solita fauna di studenti e borghesia da vernissage che andava a ritirarsi puntualmente in quella saletta per masturbarsi i neuroni dopo uno di quei sabati sera spesi sotto cassa. Eravamo tutti ignari che li avremo spesi in un futuro così prossimo a casa; con quella variazione consonantica che è anche una variazione esistenziale. Ok, archeologia del presente terminata. In questa seconda fase di primavera-off; le istituzioni culturali milanesi si stanno dando alla didattica online in maniera più strutturata. E così i musei diventano scuole per adulti, agorà digitali nelle quali rimodulare la comprensione e l’apprendimento di un presente sempre più alieno alla sua messa in mostra.

La Fabbrica del vapore a Milano.

E così i musei diventano scuole per adulti, agorà digitali nelle quali rimodulare la comprensione e l’apprendimento del presente.

La sopracitata Fondazione Prada darà vita a una serie di Masterclass in collaborazione con l’istituto universitario svizzero ETH Zurich incentrate sul tema della Computer-Generated Imagery – “Sturm und Drag”, questo il titolo sublimato di rimandi al romanticismo tedesco, del ciclo di lezioni che sarà disponibile online sul canale You Tube della Fondazione dal 7 aprile. Ica Milano lancia invece  sul proprio sito web The Polis Project, organizzazione ibrida che opera nei territori della ricerca e del giornalismo per approfondire alcuni dei temi e delle problematiche più urgenti del nostro presente, amplificando le prospettive di chi vive in prima persona i conflitti e le crisi. Durante il mese di aprile, i contenuti selezionati pongono l’accento sul tema della pandemia attuale e su alcune delle conseguenze politiche dell’emergenza per le minoranze e i gruppi meno privilegiati, focalizzandosi in particolare sul contesto italiano e su quello indiano. Nel palinsesto di maggio, invece, i contenuti saranno incentrati sulla rappresentazione dell’altro, inteso come corpo reificato ed esotico o come oppositore politico. Hangar Bicocca e Palazzo Reale, invece, rafforzano l’estetica delle visite digitale alle mostre, rispettivamente, di Chen Zen e di quella, mai aperta il pubblico, dell’arte rinascimentale realizzata da pittrici. Tutte queste istituzioni sembrano quindi percorrere la strada di una resilienza digital-pedagogica; invitandoci, anche se le campanelle non suonano più, a tornare a scuola. La lezione da imparare è solo una: per guardare oltre, non bisogna mai mettere a tacere la nostra voglia di sapere.