Fino a qualche anno fa sarebbe parso impossibile, eppure è sempre più vicino il giorno in cui aspetteremo l’autunno non solo per infilare (finalmente) il golfino ma pure perché sarà la stagione regina dei festival. L’estate continua ad avere più frecce al proprio arco – festival in spiaggia, festival nei boschi, festival attorno cui costruire le vacanze – tuttavia come vedrete nelle prossime righe il periodo tra ottobre e novembre comincia ad affollarsi di appuntamenti – perlopiù, inevitabilmente, cittadini – che non hanno molto da invidiare ai colleghi dei mesi afosi. Una pratica diffusa da anni in Europa, che sta diventando anche una sana abitudine in Italia.
Ecco la nostra selezione.
JAZZMI | 29 settembre – 9 ottobre | Milano
JAZZMI cambia stagione. Dopo sei (splendidi) anni autunnali, ora scivola sino alla fine di settembre, per farsi abbraccio verso chi si domanda cosa ne sarà dell’estate che forse si è conclusa e forse no. Un abbraccio caldo, perché caldo è il jazz e chi lo ama e lo diffonde. Ma anche un abbraccio che sa di futuro, di un domani che potrebbe deidratarci in un’estate perenne, di un domani che nel cemento pare già arrivato. Il nuovo JAZZMI si colloca in quella terra di passaggio, tra estate e autunno, tra passato e futuro. La terra in cui si muovono i C’mon Tigre, o il “paradossale” incontro tra Jeff Mills e Jean-Phi Dary. Terre diffuse, mutanti, come il “round-trip” descritto da Ilhan Ersahin’s Istanbul Sessions e Michael Leonhart & JSWISS. Terre da esplorare, come non si stancano di fare Vijay Iyer o la Cinematic Orchestra, per imbattersi in suoni abituali come quelli di Azymuth o Uri Caine & Theo Bleckmann e proposte più recenti come Ill Considered (occhio), Joe Armon-Jones o Emma-Jean Thackray. Non è qualcosa di nuovo, è la storia stessa di questa rassegna, che da sei anni continua ininterrottamente a guardarsi attorno. E ad allargare anche i nostri sguardi.
ROBOT FESTIVAL | 5 – 8 ottobre | Bologna
Dopo un’edizione coraggiosa e completamente italiana – necessità pandemica trasformata in virtù – ROBOT torna ad accogliere per la sua tredicesima edizione una line up dalla geografia internazionale. Come già annunciato, dal 5 all’8 ottobre 2022 oltre al DumBO, centro propulsore della proposta degli ultimi anni, si aggiungono come in passato diverse location in giro per la città con il ritorno di Palazzo di Re Enzo e TPO e le new entry dell’Accademia delle Belle Arti e l’Oratorio di San Filippo Neri. Il programma spazierà come sempre sull’asse che unisce musica elettronica e arti digitali proponendo, al fianco di ‘classici’ parte della scena più sperimentale. A partire da Laurent Garnier, re incoronato della pista da ballo che oltre ad esibirsi presenterà il film che racconta la sua storia Laurent Garnier – Off the Record. Si va poi dai protagonisti della ricerca più radicale (Ben Frost, Skee Mask, Zenker Brothers) o di quella più eterea (Caterina Barbieri, Pantha Du Prince, Lyra Pramuk) all’urban culture della francese Crystallmess, il gqom dei sudafricani Phelimuncasi, le decostruzioni di Gabor Lazar, la scarnificazione dell’estetica trance di Courtesy o l’ambient prismatica di Carmen Villain, solo per dirne alcune. E tra gli italiani il ritorno dei Salò, il progetto speciale con Riccardo La Foresta e James Ginzburg, la techno neomelodica di NZIRIA o l’antagonismo rigoroso dei Brutal Casual. Poi, come se non bastasse, talk, workshop, laboratori per bambine e bambini e la possibilità – grazie grazie grazie – di utilizzare i distributori gratuiti dell’acqua. Cari festival, prendete esempio.
VIE FESTIVAL | 7 – 16 ottobre | Modena, Bologna, Cesena, Vignola
Il festival di Emilia Romagna Teatro ERT dopo gli anni burrascosi del Covid torna per la sua XVI edizione nel periodo autunnale. La programmazione, in equilibrio tra proposte estere e italiane, si svolgerà come al solito nei teatri del circuito di ERT tra Modena, Bologna, Cesena, Vignola. L’attenzione è rivolta ad esperienze teatrali che sappiano interpretare il contemporaneo, attente ai cambiamenti, ai fermenti della realtà sociale e politica, e capaci di sperimentare. Come nel caso dell’astro della scena marocchina e internazionale Bouchra Ouizguen che aprirà che apre il festival con il suo Éléphant (7/8 ottobre, Teatro Storchi di Modena). O come nell’assolo sul tema dell’accoglienza El Elogio de la fisura di Lorena Nogal (7/8 ottobre, Ex Chiesa dello Spirito Santo a Cesena), storica performer del gruppo La Veronal che presenta invece l’opera totale Opening Night (9 ottobre, Ex Chiesa dello Spirito Santo). A proposito di contemporaneità sociale e politica, la giovane compagnia bolognese Kepler-452 debutta con Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto mettendo in scena tre operai della GKN di Campi Bisenzio (8-12 ottobre, Arena del Sole di Bologna), mentre l’artista visivo, attore e regista libanese Rabih Mroué porta The Pixelated Revolution. A non academic-lecture, indagine sul ruolo che hanno foto e video dei nostri cellulari nella documentazione della storia contemporanea (11 ottobre, MAST, Bologna). Si chiude, infine, con Imagine del polacco Krystian Lupa dedicato alla pace (15/16 ottobre, Teatro Storchi di Modena).
FESTA DEL CINEMA DI ROMA | 13 – 23 ottobre | Roma
Giunta alla sua diciassettesima edizione, la Festa del Cinema si rinnova con grandi cambiamenti, come il ritorno del concorso, nuove sezioni che aprono a forme di cinema slegate dalla classica struttura narrativa e il coinvolgimento di molte sale romane per rivitalizzare e diffondere il cinema in tutta la città. Il concorso Progressive Cinema include opere prime e seconde per uno sguardo sul cinema di domani, mentre la novità “Freestyle” ospiterà titoli di formato e durata liberi, come serie, videoclip, documentari e videoarte. Grand Public e Best of 20022 porteranno a Roma alcuni dei titoli più importanti della stagione, da quelli per il grande pubblico ai più discussi film d’autore. Immancabili i restauri dei classici della storia del cinema, tra cui un’imperdibile proiezione de “La grande abbuffata” di Marco Ferreri, introdotto da Ruben Östlund. Ritornano anche gli incontri con il pubblico, in due formati diversi: Paso Doble, che prevede un dialogo tra due autori, e Absolute Beginners, in cui registi affermati rievocano i loro esordi. Tra tutti, segnaliamo James Gray, uno dei grandi autori del cinema americano contemporaneo, che parlerà di “Odessa”, e Stephen Frears con il suo seminale “My Beautiful Laundrette”. Ecco quindi la nostra guida con le proiezioni da mettere in cassaforte per tempo: dieci lungometraggi e tre documentari, un lauto pasto capace di soddisfare qualsiasi tipo di appetito cinefilo.
FAUVES! | 28 – 30 ottobre | Roma
Una rassegna che non ha niente a che fare con la parte bestiale e selvaggia del regno animale, ma ha molto in comune con il movimento pittorico francese di inizio Novecento e le sue pennellate piene di colori accesi e stratificazioni di tonalità cromatiche. In ogni caso, una boccata d’aria fresca nata da una felice collaborazione tra Fondazione Musica per Roma e Rai Radio 3, una novità per un panorama cittadino tendente all’asfittico che deve ritrovare la sua voglia di guardare a quanto di più interessante succede al di fuori delle mura papali e dei confini nazionali e creare connessioni con chi ha già questo sguardo e lo riporta nelle sue produzioni musicali. Come i tre act italiani chiamati in causa, accomunati da fiati dilatati e trame elettroniche: il progetto Infernal Mosquitoes di Riccardo Marogna, uscito per l’interessantissima label Rome-based Superpang, la tromba di Gabriele Militelli e il consolidato duo partenopeo formato da Antonio Raia e Renato Fiorito, rispettivamente al sax e alle macchine. Dall’estero arrivano gli autori di alcuni degli album più belli pubblicati tra il 2021 e questo 2022 ancora in divenire: Ben Lamar Gay con il suo ensemble presenterà “Open Arms To Open Us” uscito per la sempre benedetta International Anthem; il duo inglese Binker & Moses ci darà un passaggio sul suo tandem jazz per batteria e, ancora una volta, sax “Feeding The Machine”; Wu-Lu ci svelerà i segreti della sua personalissima miscela a base di riff rock, atmosfere trip hop e ritmiche tra il jazz e l’hip hop, custodita nelle dodici tracce di “Loggerhead” (debutto su Warp). Le ultime tre pennellate spettano ai sempreverdi Heliocentrics, formazione che nelle sue passate esibizioni ha mostrato di avere un particolare feeling con Roma, all’enigmatico e oscuro Lamin Fofana e al folk dilatato e sperimentale di Eric Chenaux (casa Constellation). Selezioni musicali a cucire il tempo tra i tre live giornalieri affidate a La Diferencia, Bob Corsi e Luca Collepiccolo. Attendiamo già con l’acquolina in bocca l’edizione del 2023.
C2C FESTIVAL | 3 – 6 novembre | Torino
C2C, il festival dell’avant-pop arriva alla sua ventesima edizione. Venti anni di grande musica, venti anni di line up scelte con l’orecchio nel presente ma che ascolta il futuro. Dal 3 al 6 novembre, due venue dal giovedì alla domenica: le OGR e Lingotto Fiere. Oltre 25 artisti tra cui gli Autechre (Warp Records), i padri dell’algoritmo che diventa musica; Arca, artista venezuelana che propone un mix di musica da club, noise e folklorismo sudamericano; Jamie XX e Caribou, in rappresentanza di quelle sonorità alternative che hanno ispirato tanto pop odierno; Kode 9, ambasciatore della bass music nel mondo e papà della label Hyperdub. Ci saranno i Bicep, un infuso di deep techno e house 100% UK. Grande attesa per il live dei Low, la coppia slowcore dall’attività quasi trentennale, come per l’arpista Nala Sinephro, emblema della scena neo-jazz londinese. Pa Salieu, il rapper di Conventry, infuocherà il Lingotto a colpi di afrotrap e dancehall. Tanti altri artisti in cartellone, da Lyra Pramuk a Caterina Barbieri, da Nu Genea a Yendry, il programma completo lo trovate sul sito clubtoclub.it. Un libro sulla storia dei festival musicali europei non è stato ancora scritto, ma noi siamo pronti a ballare e a scrivere questo nuovo capitolo di C2C e dei suoi venti anni portati benissimo.
FESTIVAL DEI POPOLI | 5 – 13 novembre | Firenze
Sono passati esattamente 100 anni – era l’11 giugno 1922 – dalla prima proiezione di Nanook l’Equimese di Robert J. Flaherty, il lungometraggio che contemporaneamente definirà e confuterà il genere “documentario”. Se la produzione dei documentari è stata per decenni nettamente scissa dal cinema di finzione, oggi entrambe le definizioni sembrano obsolete: nei grandi festival le sezioni di concorso non prevedono più distinzione, e così alla 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica vince il Leone d’Oro All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras. Il concetto stesso di “documentario” non riesce più a determinare l’ibridazione dei generi e dei formati e se la locuzione “cinema del reale” ha trovato un grande riscontro negli ultimi anni, già sembra svigorita. È in questo stato di cose che si terrà dal 5 al 13 novembre a Firenze presso i cinema La Compagnia e Stensen la 63° edizione del Festival dei Popoli, il più antico festival di cinema documentario d’Europa, che significativamente decide di dedicare la sua retrospettiva a Jean-Pierre e Luc Dardenne, registi belgi che hanno avuto una funzione importantissima nel configurare quello che oggi è il linguaggio del “cinema del reale”, ovvero – nelle parole del direttore artistico Alessandro Stellino – a costruire un «racconto del mondo realizzato per mezzo di una forte aderenza agli stilemi del documentario partecipativo ma allo stesso tempo elaborato in senso drammaturgico, abbattendo una volta di più le frontiere tra ciò che consideriamo finzione e ciò che non lo è.»
ROMA JAZZ FESTIVAL | 6 – 19 novembre | Roma
“Immersivity”. L’immersività è il tema scelto dal Roma Jazz Festival per l’edizione di quest’anno. Immersività nell’ascolto è quella che serve per apprezzare tutte le sfumature di un genere che gode della fama di essere ostico, ma che premia il suo ascoltatore come pochi. Immersività è quella che serve per calarsi completamente all’interno di un concerto di jazz contemporaneo, con le sue mille influenze che vanno dall’elettronica da club al soul e funk per arrivare agli esperimenti più azzardati. Tutte cose rappresentate dal programma dello storico festival capitolino, che vede alternarsi artisti nazionali e internazionali: il soul jazz di Lady Blackbird; la sicurezza Steve Coleman; la musica influenzata da africa e oriente di Rosa Brunello; ma anche le evoluzioni della regina del panorama inglese Nubya Garcia e qualche giorno dopo il connazionale tutto elettronica e jazz Alfa Mist. Una dozzina di giorni per immergersi completamente nelle note più eterogenee che ci siano.
MANIFESTO FEST | 10 – 12 novembre | Roma
Un breve assaggio di Manifesto lo avevamo avuto già in primavera, non appena superate le tanto ostracizzanti norme sul distanziamento, con Not Waving e Marta Del Grandi ad alternare elettronica e voce sul palco del Monk. Ora è il momento della portata principale, con ben tre serate a disposizione per addentarla, spazzando via ogni possibile briciola dal piatto. Già cinque i cucinieri digitali assoldati per questo banchetto notturno, tra nomi nuovi e vecchie conoscenze. Sicuramente a spiccare è la presenza di Loraine James, producer sopraffina e prolifica con due album in due anni per la Hyperdub di Kode9 – For “You And I” del 2019 e “Reflection” del 2021, entrambe stupendi – nonché performer trascinante, capace di rovesciare qualsiasi floor con la sua ricetta di bassi destrutturati e loop ritmici sincopati. Insieme al lei Christian Löffler, compositore tedesco che si muove tra armonie neoclassiche – la sua ultima fatica è stata licenziata dalla Deutsche Grammophon – e trame elettroniche che uniscono il sogno e la melanconia; Indian Wells autore in questo 2022 di un album robusto per la londinese Mesh, “No One Really Listens to Oscillators”, che ricorda (anche nel titolo) le atmosfere della Border Community; il sempreverde Gold Panda e gli enfants terribles del clubbing sabaudo Ivreatronic. A pancia piena si balla meglio!
TRANSMISSIONS FESTIVAL | 24 – 26 novembre | Ravenna
“Un approccio alla musica che celebra la sperimentazione, la ricerca, la spontaneità, e sfida lo status quo.” Parole di Marta Salogni, curatrice del XIV Transmission Festival. L’appuntamento con la musica sperimentale si rinnova in quel di Ravenna con una line-up composta dalla producer e mixer italiana ma stabile a Londra (ha lavorato con i più grandi della musica contemporanea: da Bjork a FKA Twigs, M.I.A., Frank Ocean e tantissimi altri) e come sempre supportata dall’infaticabile Bronson Produzioni. In line up Valentina Magaletti, Sam Shepherd (A.K.A. Floating Points), Kali Malone, Lucrecia Dalt , Silvia Tarozzi (Quintet), Erland Cooper, Maria Valentina Chirico, Bullyache, Francesco Fonassi e Miriam Adefris. Un viaggio nel suono come elemento vivo e pulsante, come entità organica, materia da trattare con cura e cui dedicarsi senza riserve. Un altro parola chiave per la Salogni è proprio dedizione: “ho invitato artiste e artisti di cui ho assoluto rispetto. Che si danno alla propria arte con la massima dedizione che traspare inequivocabilmente sia dai loro dischi sia dalle loro performance.”
HANNO CONTRIBUITO AI TESTI: FLAVIA FERRUCCI, FILIP J CAUZ, GIULIO PECCI, JACOPO PANFILI, NICOLA GERUNDINO, SALVATORE PAPA, SILVIA CAROBBIO.