Ritorniamo da noi, a quello che siamo e alla natura che abbiamo. O almeno questa è la volontà, la direzione dei passi che la nuova stagione di Triennale Milano Teatro sembra perseguire. Come se a guardare sempre fuori poi ci si perde e bisogna tornare non al punto di partenza ma all’essenza di quello che si è: teatro, danza, musica, linguaggi performativi e da lì aprire le finestre e posare “lo sguardo sul mondo”. Da ottobre a dicembre il teatro di Triennale Milano si apre per accoglierci e scaldarci con un palinsesto di habitué e nuovi incontri: da Romeo Castellucci, Grand Invité fino al 2024 che fa posare i nostri occhi dove si posano anche i suoi con un ciclo di proiezioni cinematografiche selezionate personalmente da lui (L’atto di vedere con i propri occhi, 23 ottobre) e con il lavoro EL, curato da lui in occasione di questa realizzato 23ª Esposizione Internazionale (dal 5 al 20 novembre). Tra gli artisti associati ritroviamo anche in questa stagione Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, che portano Sovrimpressioni (dal 19 al 23 ottobre), dedicata alla fragilità e la magia del grande cinema; e a dicembre torna Michele Di Stefano con la sua compagnia mk e la performance laboratorio Piscina Mirabilis.
Ma ad aprire la stagione (il 18 ottobre) ci saranno François Chaignaud e Nino Laisné con Romances inciertos, un autre Orlando, dove predomina l’ibridazione dei linguaggi che attraverserà tutta la stagione, con un mosaico di musiche, canti e danze, sospeso tra concerto, balletto d’opera ed esibizione vocale, in un intreccio di figure androgine.
Man mano che la stagione avanza il viaggio sembra farsi sempre più intenso e a dicembre troviamo Saburo Teshigawara, coreografo e interprete di culto della danza internazionale, Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia 2022 , presenta – insieme della sua “musa” e storica collaboratrice, Rihoko Sato – il suo Adagio (3 – 4 dicembre), magnifico lavoro di grande forza poetica e visiva; mentre la chiusura di stagione (dal 15 al 17 dicembre) tocca a un altro straordinario ritorno: Dancer of the Year è lo spettacolo culto che ha consacrato a livello internazionale il talento di Trajal Harrell, che reimmagina la storia della danza contemporanea attraverso coreografie trasgressivamente originali, dando vita a una profonda riflessione sul valore della danza come pratica artistica.
Eccoci qui, vicini ai linguaggi che siamo, a quello che conosciamo ma che dimentichiamo di ascoltare e guardare. Mentre tutto intorno vacilla, cambia e ci sfugge, la potenza dei gesti espressivi è quel che ci resta. Come ogni anno la stagione 2022 di Triennale Milano Teatro è affiancata dal public program a cura di Damiano Gullì con laboratori, incontri e proiezioni.