Sabato 5 ottobre arriva a Bologna una nuova Street Parade. È organizzata dal Movimento Arti Libere e partirà alle h 17 dal Parco di Villa Angeletti per arrivare in serata al Parco delle Caserme Rosse con circa 11 carri tra diversi generi musicali, ma soprattutto tekno.
Breve riassunto delle puntate precedenti per chi non sapesse cos’è il Movimento Arti Libere (MAL).
Tutto comincia soprattutto durante la pandemia, con le piazze di Bologna transennate e militarizzate. Spinti dalla necessità di fare socialità, si formano diversi movimenti che si incontrano per suonare portandosi dietro gli strumenti. Da lì nasce anche MAL, un collettivo autogestito formato perlopiù da studenti e studentesse che inizia a organizzare nelle piazze – in particolare Piazza Scaravilli – alcune grandi feste con concerti, jam session e dj set aperti a qualsiasi artista abbia voglia di tornare a esibirsi davanti a un pubblico. In breve tempo MAL cresce e gli eventi diventano sempre più partecipati, anche grazie a una comunicazione social molto efficace. Il fenomeno ha eco anche fuori Bologna e MAL diventa un caso nazionale: “Uno dei nostri obbiettivi – dichiara uno dei fondatori in un’intervista – è riportare il vecchio spirito di Bologna, dove le piazze erano vissute, dove non vi era gentrificazione selvaggia e luoghi pubblici non solo dedicati al mero profitto e al turismo sfrenato”.
Nel mentre la pagina instagram macina sempre più follower (oggi sono quasi 51 mila, tra cui anche il Sindaco Matteo Lepore) e le feste diventano enormi, quasi dei raduni di massa dove però non tutto fila sempre liscio: alcuni furti, molestie e altre situazioni poco piacevoli inquinano l’atmosfera finendo per popolare altre pagine contro il movimento stesso create per raccogliere testimonianze e sottolineare il divario e le differenze con il mondo “reale” dei free party.
«In una città sempre più cara, commercializzata, ed escludente – racconta Vibrella Sound, uno dei collettivi che animano MAL – il Movimento Arti Libere offre uno spazio libero a tutti quegli studenti e studentesse che si sentono esclusi e vivono la situazione generale con crescenti difficoltà. È chiaro però che non si può pretendere di avere i buttafuori come nelle discoteche e che in una zona calda come quella universitaria può succedere che a una festa tekno arrivino dei malintenzionati. La responsabilità in uno spazio autogestito, così come succedeva anche nei free party, che ora in Italia non esistono piu, però, va condivisa, quindi non è chiaro perché nel caso di MAL debba ricadere su alcune singole persone.».
È sulla street parade del 5 ottobre, però, che lo scontro si è fatto negli ultimi giorni più duro, acuito dal fatto che la data coinciderà con la Manifestazione nazionale a supporto della Palestina di Roma.
«Quella era una data decisa molto tempo prima di sapere della manifestazione di Roma – dice Vibrella Sound – e comunque alla parata ci sarà uno spazio per supportare la lotta palestinese».
La pensa però diversamente Smash Repression, la rete free tekno nata sull’onda del decreto anti-rave e in qualche modo depositaria della tradizione delle storiche Street Rave Parade Antiproibizioniste: MAL – scrivono in un comunicato – “prova fascino per il movimento free tekno, guardando a questo come una nuova frontiera di incasso per la speculazione commerciale […] Rifiutiamo una street indetta con tante criticità , e vediamo – nella deriva di quello che era un potenziale veicolo di contenuti nel mondo giovanile – una netta lontananza da chi al contrario tutti i giorni attraversa strade e piazze portando spirito critico, lotta e dignità”.
«Smash Repression è, purtroppo, una rete in evidente decadenza – dichiara MAL. Siamo di fronte a una lotta digitale infantile e disgregante, un povero talk show mediatico che sembra perfetto per distrarre le attenzioni dagli obbiettivi reali».
«Bologna – secondo Vibrella Sound – è sempre stata una città molto competitiva, lo erano anche tra loro quei centri sociali che ormai non ci sono più. In queste accuse forse c’è un po’ di invidia generazionale da parte di persone che non hanno capito la natura nuova di MAL. A partire dall’utilizzo dei social, con i post sponsorizzati tanto criticati, che è semplicemente la modalità più compresa dalle nuove generazioni. MAL non ha mai voluto sovrapporsi alla tradizione dei free party e non ha mai nemmeno voluto occupare; anche l’approccio con la Digos è diverso, con la quale si comunica per fare in modo che tutto proceda nel migliore dei modi. Fa però molta tristezza vedere così tanto astio da parte di persone che dovrebbero invece stare dalla stessa parte e cercare un dialogo costruttivo piuttosto che avere la presunzione di decidere chi è puro e chi no. È vero che MAL non fa politica in maniera diretta, ma quello che fa è politico perché si oppone concretamente a un modo di sfruttare gli spazi e la città.»