Michele De Lucchi, con la sua faccia barbuta da architetto saggio e la stessa tuta di Lapo e di Carlo Cracco – omaggio all’operaio ma anche all’inventore futurista della tuta, il mitico Thayaht -, parlava con entusiasmo dal palco del magnifico edificio che ci conteneva, e che è stato chiamato a trasformare. Sullo schermo dietro di lui scorrevano immagini luminose di alcune architetture tra le più straordinarie in assoluto: pompe di benzina una più bella dell’altra, una dopo l’altra, con le loro pensiline attondate, protese verso l’alto, piegate fino ad assumere forme inconcepibili, effimere e accoglienti, illuminate come ufo, orgogliosi prodotti dell’epoca trionfale dell’auto.
La stazione di servizio Agip di Mario Bacciocchi, costruita a piazzale Accursio nel biennio 1951-53 su iniziativa di Enrico Mattei e abbandonata da trent’anni, è una di quelle icone urbane che tutti abbiamo guardato con passione bruciante per anni, senza capire quale sortilegio continuasse a mantenerla in quello stato di isolamento. Per fortuna nessuno l’ha trasformata in un McDonald. È arrivato Lapo Elkann, rossovestito, per restituirle una vita vicina all’automobile. Come tutti ormai sapranno, questo posto glorioso diventa la sede di Garage Italia Customs, uno spazio dove chiunque voglia ricoprire il proprio mezzo di trasporto – sia esso auto, moto, barca, toy da barca – di squame, di un pattern maculato o striato o principe di Galles, può farlo.
Non è un lusso alla portata di tutti, ovviamente, ma Lapo vuole con tutto se stesso fare di questo gioiello un luogo democratico. Ci sarà un ristorante di Cracco per chi vuole solo farsi un giro e mangiare qualcosa di buono, per un massimo di 50/70 euro a pasto. E così, auspicabilmente da aprile, tutti (insomma, quasi, diciamo) potranno grazie al genio di Lapo entrare e vedere coi propri occhi la lanterna ottagonale di Bacciocchi, quegli infissi pazzeschi con i tram che scorrono a un metro, quel cemento modellato che speriamo De Lucchi non voglia foderare con troppo legno.
Oggi si entrava da un corridoio psichedelico blu e si finiva in una specie di acquario italianamente rosso bianco e verde a bere Ca’ del bosco. Lapo presentava la sua squadra (oltre a Cracco e De Lucchi, il grande amico Davide Rampello, con cui realizzò il bar Fiat alla Triennale, Lorenzo Landini, cofondatore di Italia Independent, e i Maestros, che materialmente sartorializzeranno le auto), i giornalisti continuavano a chiedergli della Juve e della Ferrari. Lui rispondeva che per fortuna Garage Italia Customs lavorerà con tanti marchi, che ha tutte le possibilità del mondo davanti. E che basta chiamarlo creativo, lui è un fattivo.
Lapo era felice. Anche noi.