«Pizzartist oggi è sotto sequestro, e sta purtroppo subendo il classico effetto che accade dopo i sequestri: la gente inizia a non volerla più frequentare. Eppure, questo è il momento in cui Pizzartist avrebbe davvero bisogno di essere sostenuta, di essere frequentata, ripopolata.»
Questo l’appello diffuso oggi da Libera Bologna, a qualche settimana dalla vasta operazione della Guardia di Finanza che aveva portato all’arresto di 16 persone al sequestro di diversi locali, tra cui la pizzeria Pizzartist nel Parco DLF.
«Ora che è sotto sequestro – continuano – la società è bonificata, gestita da un’amministratrice giudiziaria, ed è quindi sotto il controllo dello Stato. Crediamo che il ruolo dell’informazione serva anche a questo, a comprendere e a fare comprendere a fondo le dinamiche, a ripopolare anche i luoghi e i contesti in cui erano emerse fratture, proprio per iniziare a sanarle quando arriva il momento.»
A Pizzartist era legato, infatti, il nome di Omar Mohamed, imprenditore bolognese al centro dell’indagine che secondo gli inquirenti avrebbe ottenuto finanziamenti sospetti da soggetti legati a consorterie camorristiche e ‘ndranghetistiche, reimpiegando questi fondi in attività economiche lecite.