Non si può parlare di arte fotografica senza includere l’ambito della moda, che da sempre ha usufruito del mezzo fotografico per comunicarsi e diffondere idee di gusto ed estetica. Inoltre sono molte le maison che finanziano l’arte contemporanea sia attraverso fondazioni private, che con fondi a supporto di progetti artistici. Prada e Armani a Milano sono due esempi di punta di questo approccio dato all’arte in generale e al linguaggio fotografico in specifico, in modi del tutto distinti. La prima, con l’Osservatorio di Galleria Vittorio Emanuele, è un must ogni volta che apre una nuova mostra sempre dedicata a fotografia, new media e video arte. Armani invece, con il Silos di Via Bergognone, persegue una visione più classica proponendo mostre fotografiche di alto livello come quelle passate di Peter Lindenberg, Sarah Moon e Larry Fink tra altrə.
Gran parte della fotografia d’arte legata alla moda prende forma su riviste cartacee e online, come Lampoon Magazine, per citarne una milanesissima e di natura indipendente. In contesti indipendenti è interessante osservare come la fotografia di moda approfondisca tematiche politiche e di agency legate a tematiche di rappresentazione, inclusione ed etica in generale. E’ qui che la fotografia di moda si lega al mondo dell’arte contemporaneo, in cui appunto la tematica del corpo nel legame con la rappresentazione è ormai terreno fertile di dibattito e ricerca, spesso in relazione alla tecnologia.
Per questo capitolo della rubrica con Zero, vi propongo mostre di fotografia di moda pura come quella di Helmut Newton a Palazzo Reale e Guy Bourdin all’Armani Silos, ma anche visioni di artistə che non hanno nulla a che fare con la moda ma portano avanti il discorso sulla rappresentazione del corpo e i “ruoli” con pratiche molto diverse e motivazioni altrettanto variegate. Edicola Radetzky e la già nominata Viasaterna sono i luoghi da frequentare se vi sta nascendo un po’ di curiosità, oltre che l’immancabile Osservatorio di Fondazione Prada.