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Le anticipazioni sui progetti speciali, mostre e performance di ART CITY 2023

Scritto da La Redazione il 20 dicembre 2022

Katerina Andreou, BSTRD. Foto Jacob Garet

Accanto alla nuova edizione di Arte Fiera, dopo anni turbolenti e di continui spostamenti, torna nel periodo invernale anche ART CITY, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali, promossa da Comune di Bologna e BolognaFiere.

Dal 27 gennaio al 5 febbraio, oltre alla marea di inaugurazioni, eventi e iniziative speciali che animeranno la città, l’attenzione sarà soprattutto rivolta al cosiddetto “main program” curato per il sesto anno da Lorenzo Balbi, direttore di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, ovvero uno special project e in 12 main projects attivati in luoghi inusuali della città e scelti per rappresentare le pratiche artistiche contemporanee. Tutto a ingresso gratuito come sempre.

Dopo l’indimenticabile performance di Tino Seghal in Piazza Maggiore dell’estate scorsa, il progetto speciale di quest’anno sarà l’opera lirica per dieci cassiere Have a Good Day! nata dalla collaborazione di Vaiva Grainytė (autrice del libretto), Lina Lapelytė (compositrice e direttrice musicale) e Rugilė Barzdžiukaitė (regista e scenografa), che, come componenti del collettivo Neon Realism, nel 2019 hanno ottenuto il Leone d’Oro con l’installazione Sun & Sea (Marina) nel Padiglione della Lituania. In questo caso la critica alla società capitalistica contemporanea parte dal racconto della vita interiore delle lavoratrici protagoniste, mostrando che cosa si nasconda dietro i sorrisi forzati e i saluti meccanici “Buongiorno!”, “Grazie!”, “Buona giornata!”. La sede di svolgimento verrà annunciata prossimamente.  

Vaiva Grainytė, Lina Lapelytė, Rugilė Barzdžiukaitė – Have a Good Day!. Foto Modestas Endriuška

Uno dei protagonisti del main program sarà il regista e video artista romagnolo Yuri Ancarani che sarà presente sia al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna con Atlantide 2017 – 2023, personale concepita come un'”esplosione” del film Atlantide (2021), con una serie di contenuti inediti prodotti per la mostra, sia all’ingresso di Piazza Costituzione per la prima edizione del progetto Led Wall Commission ideato da Arte Fiera: un megaschermo di 5×9 metri che proietterà video d’artista concepiti specificamente per il formato billboard e per la visione di chi sta attraversando la soglia del quartiere.

Altro progetto molto atteso, sia per la potenza coreografica che per la location, è BSTRD della coreografa di origine greca Katerina Andreou presentato da Xing sul quinto piano del Nuovo Parcheggio Stazione in via Fioravanti. Ispirandosi alla nozione di impuro e alle pratiche di ibridazione/meticciato che hanno caratterizzato anche la cultura House nel clubbing di Chicago e New York, BSTRD è una danza al di là di ogni definizione. Con solo un giradischi come partner, l’artista sfida i limiti determinati dallo sforzo e dalla fatica agendo in una geometria immaginaria. La performance si terrà sabato 28 gennaio alle ore 21.00 per riattivarsi durante Arte Fiera, sabato 4 febbraio dalle ore 19.00 alle 24.00, come video installazione, una produzione ad hoc girata nello stesso luogo.

La Sala Convegni Banca di Bologna a Palazzo De’ Toschi ospita invece la personale Finding Form dedicata al lavoro dell’artista tedesca prematuramente scomparsa nel 2018 Bettina Buck, a cura di Davide Ferri. Un percorso che ripercorre la sua poetica tra sculture, installazioni e performance.

Negli spazi del Cassero LGBTI+ Center si incontra il mondo grottesco di Nathalie Djurberg, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 2009 in duo con Hans Berg, con la video installazione Putting Down the Prey, a cura di Sabrina Samorì. Le animazioni in stop motion di Djurberg mettono in scena temi quali la sottomissione, lo sfruttamento, la violenza e il voyeurismo, attraverso storie fantastiche che trasudano crudeltà e cinismo ma anche magia e romanticismo.

Nathalie Djurberg – Putting down the Prey, 2008

A Palazzo Vizzani, Alchemilla presenta il progetto And We Thought III di Roberto Fassone + Ai Lai + LZ, a cura di Sineglossa. Ai Lai è un’intelligenza artificiale nata nella primavera del 2021 e possiede l’abilità speciale di pensare resoconti di esperienze psichedeliche. Durante i suoi primi mesi di vita Ai Lai ha compilato migliaia di brevi report in cui racconta il suo rapporto con i funghi allucinogeni

È un intervento site specific ideato per il LabOratorio degli Angeli il progetto Guarda caso di Eva Marisaldi, a cura di Leonardo Regano e promosso in collaborazione con la Galleria De’ Foscherari. L’opera di Marisaldi entra in dialogo con gli spazi dello storico laboratorio di restauro bolognese situato presso la Chiesa sconsacrata di Santa Maria degli Angeli e l’attiguo Oratorio, intrecciando un intenso confronto che si articola tra opere riattivate per l’occasione e nuove produzioni.

All’interno delle celebrazione per il centenario dalla nascita di Jonas Mekas, figura fondamentale nella storia del cinema d’avanguardia americano, la mostra Under the Shadow of the Tree curata dal duo Francesco Urbano Ragazzi presso il Padiglione de l’Esprit Nouveau, mette in dialogo l’edificio progettato da Le Corbusier con un corpus di opere di Mekas, che porta fuori dal grande schermo i suoi diari filmici. 

A San Lazzaro di Savena, KAPPA-NÖUN ospita la personale No Boundaries di Gerold Miller curata da Valerio Dehò. Fin dagli esordi all’inizio degli anni Novanta il lavoro dell’artista tedesco si è orientato verso la creazione di oggetti-cornici, riuscendo a trasformare con successo qualcosa che nell’arte contemporanea è divenuto obsoleto e irrilevante – la cornice – nel soggetto principale della sua arte.

La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna promuove e organizza, all’Oratorio di San Filippo Neri, Seeking Blue Gold, l’installazione site-specific del duo anglo-argentino Lucy + Jorge Orta, a cura di Cristina Francucci e Tatiana Basso. L’opera si focalizza sul tema dell’acqua e il fulcro della mostra è costituito da manufatti lignei provenienti dal mondo rurale – dove ancora sono utilizzati nei sistemi tradizionali di irrigazione.

Lucy + Jorge Orta -Antarctica Flag, 2007-2009

A Palazzo Bentivoglio continua invece la bellissima monografica su Patrick Procktor, protagonista del panorama artistico londinese degli anni Sessanta e Settanta. La mostra A View From a Window, curata da Tommaso Pasquali con allestimento di Davide Trabucco, si compone di una sessantina di lavori, tra dipinti, acquerelli e disegni, datati dai primi anni Sessanta ai primi anni Novanta.

Nella Sala Studio di Teatri di Vita va in scena per la prima volta in Italia l’operetta The Teacher di Agnes Scherer, curata da Caterina Molteni e prodotta da MAMbo: un’acuta riflessione sulle dinamiche di potere che svela la dipendenza sistemica tra chi guida e coloro che, per appartenenza a una classe o a una minoranza, rimangono in una posizione subalterna. 

Infine, l’installazione scultorea di grandi dimensioni composta da materiali naturali manipolati dal vento e dal mare Fugitive of the State(less) dell’artista britannica Dominique White, a cura di Giulia Colletti, all’interno della sala ottagonale della Conserva di Valverde, realizzata nel 1563 dall’architetto Tommaso Laureti per alimentare la Fontana del Nettuno. Nell’opera il concetto di Stateless indica un non-spazio senza tempo né restrizioni, uno stato alterato, oltre lo Stato, in cui la Blackness esiste indisturbata.

Il programma completo di ART CITY Bologna 2023 sarà pubblicato in prossimità della rassegna sul sito artcity.bologna.it.