Il kitsch, il sesso, il gossip, il cinema, i vip, la storia, la mitologia culturale giocata sempre sul filo dello spread tra alto e basso, tra pop e lirica, tra attrazione e repulsione per il lusso il glamour e il camp. Il dogma della contaminazione impone di offuscare la linea del giudizio: nessuno deve più essere in grado di individuare il punto in cui finisce l’ironia, la raffinatezza e l’eccitazione sessuale e comincia il banale, la noia, la piattezza commerciale.
Vezzoli è il maestro assoluto di questo gioco non facile da portare avanti, un gioco che dura da decenni ma che pochi riescono a tenere vivo. Naturalmente il mondo (dell’arte) è diviso tra chi lo ama e chi lo odia, ma è impossibile dire chi si trova nel giusto, anche perché, si sa, in arte ha comunque sempre ragione chi vende.
Chi non ricorda i Comizi di non-amore da Prada nel 2004, con le maestose Jeanne Moreau, Marianne Faithfull e Catherine Deneuve, incarnazioni pure dell’eros più demoniaco (e molto, molto, più libero e selvaggio del femminismo politically correct da Me Too), che nel corpo invecchiato ma non per questo meno autorevole domavano giovanottoni impacciati? Dal Reality a Instagram, Vezzoli intreccia la sua ricerca visiva e i suoi temi ossessivi con l’esplorazione dei media, e sottopone i follower di Fondazione Prada a una scelta tra due frasi che corredano un’immagine.
L’indagine sarà composta da oltre 50 domande che creano cortocircuiti visivi e sottotesti interpretativi. I sondaggi di ogni settimana formeranno un nucleo tematico liberamente ispirato a un’aria tratta da opere liriche di compositori italiani come Vincenzo Bellini, Giacomo Puccini, Gioacchino Rossini e Giuseppe Verdi, e dal Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, in omaggio a Pasolini, che aveva usato questo brano musicale come commento sonoro per Comizi d’amore.
Alla fine di ogni settimana i risultati dei sondaggi saranno commentati da una personalità del mondo della cultura, dell’arte, della moda, del cinema, della musica, della televisione e della comunicazione. Attraverso un testo, un video o un altro contributo creativo ognuno di loro tenterà di decifrare le risposte, interpretare le disposizioni d’animo e le emozioni dei partecipanti, abbozzare un ritratto parziale di una comunità di persone unite in questo momento storico da condizioni esistenziali come incertezza, sospensione e desiderio di ripartenza. “Love Stories” forza la natura effimera e istantanea di Instagram trasformandolo in un luogo virtuale di indagine sociale, riflessione artistica e provocazione intellettuale.