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Milano Drawing Week: le prime volte della quarta edizione

La settimana che celebra le pratiche espressive su carta continua a crescere, con 13 mostre e 14 eventi diffusi in città tra 23 novembre e 1 dicembre

Scritto da Irene Caravita il 19 novembre 2024

Tom Friedman, 3 Stooges, 2024. Courtesy l’artista e Vistamare

Pensiamo al disegno come qualcosa di preliminare. Un progetto. Un bozzetto. Uno scarabocchio. Ma la realtà dei fatti è ben lontana da tutto questo: il disegno può essere il cuore stesso di progetti e visioni. Non è solo l’inizio di un percorso creativo, talvolta diventa il percorso stesso. Sicuramente siamo reduci da anni in cui la storia è stata raccontata in modo diverso, lasciando spesso il disegno in un angolo, ma si tratta di una concezione superata: in un mondo dell’arte che si è aperto a qualunque tecnica creativa, a pratiche comportamentali e soprattutto fruizioni che vanno ben oltre la vista, le opere su carta sono valorizzate al pari di qualunque altra produzione. Specialmente, come mostrano le diverse esposizioni raccolte nel programma della Drawing Week di Milano – dal 23 novembre al 1 dicembre –, il disegno in senso lato, si rivela un medium efficace e sperimentale, attraente per artisti di tutte le generazioni e provenienze.

Un’occasione importante per confrontarsi con la polifonia e la ricchezza delle pratiche artistiche su carta.

L’idea di una Drawing Week si sviluppa in seno alla Collezione Ramo, nata dalla volontà di raccontare la storia del disegno italiano del Novecento. Il progetto è fin dall’inizio caratterizzato da una forte vocazione pubblica: le carte non sono mai state appese in una casa privata, ma riposte in un magazzino organizzato con le migliori condizioni di conservazione. Nella nuova sede in via Savona i disegni, gli acquerelli, le stampe e i collages della collezione ancora in fieri sono consultabili su richiesta. La Milano Drawing Week, di riflesso, nasce per farla conoscere in modo più aperto rispetto a una singola mostra, ed è maturata in un’occasione importante per confrontarsi con la polifonia e la ricchezza delle pratiche artistiche su carta.

«C’è spesso un po’ di confusione intorno al disegno, che si identifica storicamente come grafite su carta, mentre oggi nel contesto internazionale con disegno si intende ogni tecnica su carta», racconta la storica dell’arte Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo, della Drawing Week e della sezione Disegni di Artissima. Dopo aver scelto gli artisti da coinvolgere per ogni edizione, li invita a studiare la collezione e pescare un’opera con la quale entrare in dialogo per la costruzione di una piccola mostra. Tra le novità di quest’anno c’è una mostra di Manuel Scano Larrazàbal (1981) interamente prodotta da Collezione Ramo, sviluppata attraverso la prima residenza presso i nuovi spazi della Collezione. Una seconda fase della residenza ha portato Scano Larrazàbal presso la Casa degli artisti dove ha allestito la mostra, composta da «un’installazione gigantesca e complessa, con pennarelli che volano e disegnano…» rivela la curatrice, che prosegue «la promozione del disegno per noi si apre così a 360° gradi, arrivando a produrre nuove opere e sostenere artisti». La festa di inaugurazione, il 22 novembre, aprirà la Drawing Week.

Nell’elenco delle prime volte di questa edizione spicca il progetto nato dalla collaborazione con la Cittadella degli Archivi, affascinante spazio nel quartiere Bicocca-Niguarda, che ospita la mostra Artisti dell’America Latina dall’Archivio di Paulo Bruscky, la prima portata dall’estero per la Drawing Week. Il brasiliano Paulo Bruscky (1949) ha riunito e conservato per decenni opere che rientrano nella definizione di Mail Art, ovvero opere su carta inviate per posta, firmate da diversi autori che così facendo provavano a eludere le censure che accompagnavano la dittatura. «Lavorare in un archivio per lui è un sogno», racconta sempre la curatrice, «la Cittadella è un posto bizzarro e speciale, non così noto nemmeno ai milanesi. Bruscky ci fa il regalo di esporre il suo archivio in Italia per la prima volta e di raccontarlo in un incontro la mattina della domenica 24».

Avremo una settimana abbondante per andare alla scoperta delle 13 mostre diffuse in tutta la città, in parallelo alle quali scorre un programma di eventi collaterali quotidiani, incontri e workshop. «Se una persona si confronta direttamente con una tecnica di disegno, poi guarda le opere diversamente, le capisce in modo più profondo» riflette la curatrice. Le proposte spaziano da artisti considerati dei maestri come Alex Katz, presso la galleria di Monica De Cardenas, a giovani come Marco Paleari, esposto da Settantaventidue. Segnalo due appuntamenti curiosi, durante i quali si sviluppano dialoghi tra opere e epoche distanti e diverse: la mostra di disegni macabri di Alberto Martini (1876-1954) che entrano in relazione con Libro dimenticato a memoria di Vincenzo Agnetti (1926-1982) al Gabinetto dei Disegni al Castello Sforzesco e l’incontro del sabato 30 alla Pinacoteca Ambrosiana durante il quale il Rinascimento si confronterà con il Novecento.