Pier Paolo Pasolini dipinto a punto croce in bianco e nero con le lacrime di glitter e la scritta in capslock FINE, Iva Zanicchi che canta le sue pene d’amore in un soggiorno burgeois con indosso un abito da sera, essere tra gli invitati al Royal Wedding postmoderno aka quello di Chiara Ferragni – queste solo alcune delle sintesi estetiche degli anni Zero che portano la firma di Francesco Vezzoli. Il suo è da sempre uno sguardo cinico e al contempo romantico sul mondo contemporaneo e le sue idiosincrasie – l’ultima boutade da questo punto di vista sono state le “Love Stories” commissionategli da Fondazione Prada in tempi di lockdown; sondaggi divertentissimi e irriverenti postati come stories sull’IG della Fondazione su finti dilemmi amorosi. Non Comizi d’amore ai tempi dello swipe, per dirla parafrasando il buon P.P.P.
Lo stesso spirito umoristico e dissacrante è facilmente ravvisabile nel titolo della mostra che curerà da settembre alla Tommaso Calabro Gallery. Dal 25 settembre 2020 al 16 gennaio 2021 sarà aperta al pubblico ‘Casa Iolas. Citofonare Vezzoli’ – mostra dedicata al celebre gallerista greco Alexander Iolas (trapiantatosi poi dopo il declino della carriera da ballerino nella Grande Mela) e curata proprio da Vezzoli in persona. Alexander Iolas fu uno dei più importanti mercanti d’arte della seconda metà del Novecento; tra i primi a creare un sistema internazionale di gallerie satelliti, fu proprio lui a introdurre il Surrealismo negli Stati Uniti e a organizzare la prima personale di Warhol. ‘Casa Iolas. Citofonare Vezzoli’ intende rievocare gli spazi perduti della sua leggendaria casa-museo Villa Iolas in terra ellenica; all’interno di questa cornice domestica opere afferenti al suo gusto di collezionista si mischieranno a opere di Vezzoli (di cui un paio inedite) – all’insegna di quel sincretismo mitico che da sempre l’artista ha lessicalizzato nella sua pratica.
‘Casa Iolas. Citofonare Vezzoli’ vuole essere non solo un omaggio a un grande gallerista quasi dimenticato, ma anche a una cultura galleristica basata su relazioni personali di amicizia – Francesco Vezzoli
Victor Brauner, William N. Copley, Giorgio de Chirico, Niki de Saint Phalle, Max Ernst, Leonor Fini, Lucio Fontana, Edward Kienholz, Paul Klee, Yves Klein, Les Lalannes, Georges Mathieu, Roberto Matta, Eliseo Mattiacci, Pino Pascali, Man Ray, Martial Raysse, Ed Rusha, Fausta Squatriti, Takis, Dorothea Tanning, Jean Tinguely – questi alcuni degli artisti esposti ed emotivamente rievocati. Secondo Vezzoli “Casa Iolas vuole essere non solo un omaggio a un grande gallerista quasi dimenticato, ma anche a una cultura galleristica basata su relazioni personali di amicizia, fiducia e stima reciproche, che il sistema del mercato dell’arte contemporanea sembra aver definitivamente cancellato. Per questo motivo ho voluto omaggiare la figura di Iolas nella sua interezza, come gallerista e collezionista, come dandy del mercato dell’arte e come esteta.” Una mostra che ci farà capire come la modalità dello stare a casa possa evolversi in un atteggiamento militante e l’estetica farsi materia politica – se fuori c’è la Milano da bere, dentro cosa rimane?