Abbiamo visto il Mudec.

Il Museo delle culture, nel bene e nel male, va visto. Però non perdetevi gli altri opening

Scritto da Lucia Tozzi il 26 ottobre 2015
Aggiornato il 26 novembre 2015

Mercoledì 28 è il giorno del MUDEC, il Museo delle Culture, inaugurato tra le proteste dell’architetto Chipperfield a primavera e oggi protagonista di nuove polemiche per la mostra di Barbie. Ora che l’abbiamo vista, possiamo dire a ragion veduta: non è una mostra culturale di Barbie (e, quindi, che cacchio ci fa qui al Museo delle Culture?), ma è una mostra per i fan di Barbie, che qui godranno come pazzi infischiandone della location e di tutte le riserve più o meno legittime. Ci sono tutte le Barbie più belle di sempre, e ci sono i fatti di Barbie, le scatole originali, i vestiti più chic, le dive più dive. Commerciale per commerciale, meglio Barbie di Gauguin. Invece di dedicare le oscure sale all’ennesima mostra mediocre su un impressionista di sicuro richiamo, si sarebbe potuto lasciare più spazio a la collezione permanente, ricchissima ma esposta a rotazione, a scapito della chiarezza e della profondità culturale e politica. Molti degli oggetti sono bellissimi, ma il passato coloniale e il presente (post?)coloniale che li ha convogliati su Milano non vengono problematizzati neppure in un cenno. Per orientarsi un po’ meglio nella sfera culturale che dovrebbe essere la base di un museo del genere, meglio andare alla Fabbrica del Vapore, dove Viafarini organizza da anni mostre, musica e film a tema postcolonial e afrofuturista. Per concludere però con una nota positiva, non perdetevi per nulla al mondo la quarta mostra del Mudec (peraltro gratuita), quella di Anni e Josef Albers e l’America Latina, con i suoi tessuti e quadri.

Sappiate che lo stesso giorno aprono Rocha Pitta, Fabrizio Bellomo e Ray Banhoff, il fotografo che ha passato due anni a scattare immagini di donne per le strade di Milano, e poi Color my life with the Chaos of Trouble, una collettiva alla Fonderia Battaglia.

Teatro: martedì 27 è partito il Danae Festival al Teatro OUT OFF e continuerà fino al 14 novembre in moltissimi altri posti, molti concentrati all’Isola.  Al CRT Still Life mercoledì e giovedì, mentre giovedì è l’ultima occasione di vedere danzare la mitica Sylvie Guillem.