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Nextones e la sua lineup immersa nell’energia e materia di Tones Teatro Natura

Gli act del festival nella cornice spettacolare della Val d'Ossola

Scritto da Pietro Pascolini il 5 luglio 2024

Foto di Edoardo Comba

Ci sono luoghi più magici di altri. Sembrano naturalmente avvezzi a richiamare una componente di cariche elettrostatiche di gran lunga superiore alla norma. Una densa concentrazione di energia invisibile agli occhi, ma che si respira nell’aria, si osserva nelle nuvole, si percepisce nel modo in cui l’intero ecosistema vive. Un’energia che, conformemente alla sua natura, plasma la materia, distrugge le sue forme, ci costruisce sopra innumerevoli nuovi legami. Se penso alla storia di Tones Teatro Natura, appare tutto così chiaro.
In Val d’Ossola il segno del passaggio dell’uomo è indissolubilmente legato alla pietra. Tra gli splendidi borghi antichi e le numerose cave, la ricchezza mineraria che da sempre caratterizza la valle si erge a protagonista, vestita del verde del vasto manto boschivo che la ricopre, quasi a volerla proteggere. Materia che va, materia che viene.

E così, in piena pandemia, dall’ex sito industriale di Cava Roncino nasce Tones Teatro Natura,  spazio multidisciplinare permanente dedicato alla cultura, all’arte, ai giovani, alla diffusione della consapevolezza ambientale.
Nextones è una delle galassie più luminose di questo universo in continua espansione. Da anni si fa cantastorie del territorio, mostrandolo all’umano, e cantastorie dell’umano, mostrandolo al territorio. Ne risulta un locus amoenus in cui, come spesso accade, è l’arte il medium del rituale. Un palcoscenico del mondo. Il granito bianco della cava di Oira diventa simultaneamente la tela su cui dipingere, e la struttura su cui edificare il teatro del mondo. 

Un luogo metafisico dalle barriere indefinite, e in un attimo si passa dalla foschia grigia di una Detroit impersonificata dal padre spirituale della techno Robert Hood, a una San Paulo che freme e si dimena con Cashu, cofondatrice del collettivo Mamba Negra, che da ormai un decennio spinge per la rappresentanza e la libertà di genere. Un salto nell’etere, con Alessandro Cortini e la reimmaginazione del brano ‘Nati Infiniti’, per poi riatterrare in purgatorio: sentieri labirintici, percussivi, illusori, con i live audiovisivi di Khompa, Cosimo Damiano e Lanark Artefax. E dunque la voce serafica, gutturale e mistica di Aisha Devi, e quella idiosincratica di Marie Davidson, sirene al fianco di Scilla e Cariddi. Come un uroburo, il dancefloor è l’inizio e la fine: la calda psichedelia di Luce Clandestina, gli scenari stranianti di DJ Taxxi, e il b2b di Objekt e CCL, narrazione fluida, liminale e decostruttiva da parte di due dei progetti artistici più stimolanti della scena clubbing contemporanea. 

C’è pure modo di scendere nel sottosuolo, con Lucy Railton che nella giornata inaugurale del festival si esibirà nelle gole/canyon degli Orridi di Uriezzo. Ancora una volta la materia, nella sua presenza-assenza: creatisi dal ritiro dei ghiacciai conseguente all’ultima glaciazione, oggi formano una perfetta cassa armonica per la violoncellista britannica, che parte da una matrice di stampo classico per approdare negli avanguardismi più spinti. Infine, il campeggio: un’intera programmazione curata da Radio Banda Larga, lieto accompagnamento al relax e al recupero giornaliero, assieme alla natura, gli alberi e i ruscelli.

Nextones è una forte presa di coscienza: “riappropiarsi degli spazi” che diventa “riappropiarsi con gli spazi”.