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Ortigia Sound System: vivere un luogo e un festival

Se volete veramente percepire l'atmosfera di un festival è sull'isola di Ortigia che dovete andare

Scritto da EZT il 20 giugno 2019
Aggiornato il 25 giugno 2019

Qual è la cosa più importante di un festival? Io credo sia il senso di appartenenza. A Ortigia Sound System lo puoi vedere e provare. Perché in quello spazio di neanche una chilometro quadrato, per quattro giorni, chi è lì per il festival lo riconosci (non solo dal braccialetto full pass), lo vedi e poi finisci per farci amicizia. Si appartiene tutti a quella famosa community, ma nel senso più naturale del termine, non in quello del marketing.

Che sia l’alba all’after al KM 0, nell’entroterra siracusano, di pomeriggio quando sei spiaggiato in modalità lucertola su uno degli scogli, oppure a far colazione alla pasticceria Artale, alla fine ci si ritrova tutti per condividere la musica, l’evasione dalla quotidianità e soprattutto: un’esperienza collettiva.

Sono molti i festival che ci provano a farti vivere questa sensazione – che non è quella di una bella serata danzante – ma non tutti ci riescono, anzi veramente pochi. Forse è l’essere in uno spazio piccolo e decisamente suggestivo come Ortigia che aiuta. L’isolotto di Siracusa, la sua parte più antica, patrimonio dell’UNESCO, dove è facile perdersi tra le viuzze e notare parecchie testimonianze di stili – classico, barocco, liberty e rococò. Ma nonostante uno si possa perdere, anche di continuo, ti sembra comunque di vivere e conoscere un luogo bellissimo.

Questo è quello che ho provato lo scorso anno, ma c’è un’altra componente che pone Ortigia Sound System come uno dei festival must have dell’estate o quanto meno da fare almeno una volta nella vita di un clubber: l’alta qualità della proposta culinaria locale, perché diciamocelo: non c’è truck food o menu creato da chef stellati che tengano, qui si mangia da dio.

Sì, ma la musica vi chiederete? Ecco, cosa sarebbe la musica senza tutta questa prefazione? Solo una colonna sonora, invece qui tutti questi elemento vanno ad amplificare la musica che potrete sentire, perché vi trovate in un posto unico. Che sia il boat party sotto il sole con tuffo a bomba per rinfrescarsi, oppure quello in cui si fa il saluto al tramonto, i live al Castello Maniace o al Mercato Rionale, o i dj set mattuttini al casolare dell’entroterra, tutto questo sound acquista più valore.

PROGRAMMA

MERCOLEDÌ 24 LUGLIO
– BOAT CONCERT –
Colapesce

GIOVEDÌ 25 LUGLIO
– BOAT PARTY A –
Still (dj) feat Devon Miles
Vipra sativa

– BOAT PARTY B –
Jackie
sherelle

VENERDÌ 26 & SABATO 27 LUGLIO
Giorgio Moroder
Neon Indian
Virgil Abloh
Hessle Audio: Ben Ufo, Pearson Sound, Pangaea
Call Super
Yussef Dayes
Ross From Friends
Jerusalem in my heart
Myd
Kokoko!
Lino Capra Vaccina
Charlotte Adigery
Lamusa II
Emmanuelle
Elena Colombi & Lamusa II
Object Blue
Venerus
Danielle

DOMENICA 28 LUGLIO
BOILER ROOM (OFF CAMERA)
Virgil Abloh

BOILER ROOM (LIVE STREAM)
Call Super
Jerusalem in my heart
Lino Capra Vaccina
Lamusa II
Danielle

Boat Party

VENERDÌ 25 LUGLIO
– BOAT PARTY A –
Hell yeah w/ Balearic Gabba Sound System
Bjorn Torske

– BOAT PARTY B –
Odd Fantastic w/
Danielle
Beta librae

SABATO 26 LUGLIO
– BOAT PARTY A –
Tiago
Jamie Tiller

– BOAT PARTY B –
Leon Vynehall

DOMENICA 27 LUGLIO
– BOAT PARTY A –
Manfredas
Gommage Dj Team

– BOAT PARTY B –
Nyege Nyege w/
Otim Alpha
Leo p

Come vedete si spazia dalla pietra miliare della disco, Giorgio Moroder, per arrivare fino ai suoni decisamente più sperimentali di Jerusalem in my heart, che racconta come le sonorità arabe sposino con facilità l’elettronica, passando per la concezione più contemporanea di techno con la cinese Object Blue . E non si tralasciano le sfumature più black con Yussef Dayes, un batterista jazz che fonda funk e grime, oppure i suoni dell’africa più profonda come Otim Alpha e Leo P – Layeng artisti della label Nyege Nyege Tapes dell’Uganda, che ogni anno organizza un festival alle foci del Nilo.

Per chi vuole roba più in 4/4 ma mischiata con jungle, break-beat e dubstep ci sono 7 ore di Ben Ufo + Pearson Sound + Pangaea, oppure il fuoriclasse di ogni disciplina: dal design alla grafica, passando per la moda, Virgil Abloh porterà quel tocco fashion-house.

Tantissimi anche gli italiani da citare: in primis l’amico Simone Trabucchi con il progetto STILL (ex Dracula Lewis), fondatore della Hundebiss Records e metà di Invernomuto, in questa veste si spinge verso suoni dub e dancehall di grande ricerca. Poi gli acclamatissimi oltre confine Alessandro Adriani ed Elena Colombi: entrambi legati alla synth wave e non solo (lui si spinge più verso la techno e lei verso l’electro) ed entrambi accompagnati da altri due special guest, Domenico Romeo con Alessandro in una special performance e La Musa II con Elena per un insolito back2back. E ancora Venerus, uno degli artisti più eclettici e originali della scena indipendente italiana per il suo moderno soul/R&B.

L’after al KM 0 fino alle 10 del mattino

Ortigia in fatto di festival è quindi una delle migliori scelte italiane che potete fare. Un festival a misura d’uomo che invade la città, in questo caso l’isola, in cui c’è sì la festa dettata dalla musica ma soprattutto un’esperienza da vivere. Dalla mattina a quella successiva con crema protettiva, e anche se perderete qualche ora di sonno non ve ne pentirete, anzi direte: “l’anno prossimo voglio tornarci”.

P.S.: I biglietti stanno andando a ruba.