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Premesse di un paesaggio editoriale al febbraio 2017

Come sta cambiando l'editoria nel circuito design e architettura

Scritto da Luca Ruali il 26 febbraio 2017
Aggiornato il 30 maggio 2017

Azioni a scala differente

Alessandro Zuek Simonetti ‘IL CLAN DEL WU’ Booklet, The Standard Hotel, NYC a 848 Washington Street, New York, NY 10014
Alessandro Zuek Simonetti ‘IL CLAN DEL WU’ Booklet, The Standard Hotel, NYC a 848 Washington Street, New York, NY 10014

Il rapporto tra editoria e progetto alterna necessità di coinvolgimento a momenti di ricerca isolata con cui redazioni e progettisti reagiscono a sensazioni di eccessiva frequenza e che restituiscono senso al processo.
In qualsiasi fase di questo rapporto, redazioni e progettisti sono vicini e quasi sovrapposti al loro pubblico, stabilendo una relazione mantenuta dalla sincerità, carattere apparentemente poco sofisticato. Così da vicino la coerenza di una ricerca personale si legge con facilità.
Zero mi ha chiesto un punto sulla crisi del rapporto tra editoria e progetto, immagino tra le riviste storiche di architettura/design e progetto. Io non sento che la rottura si produce in una crisi di formato, carta – web, quanto in una crisi autoriale: Le espressioni di editor, critici, curatori non corrispondono ad un modo personale di sentire la ricerca.
Mancano le condizioni per questo tipo di espressione quando le redazioni sembrano aggregate casualmente, rinunciando all’attrazione che genera il lavoro tra autori affini. Posso ritrovarmi ancora a cercare tracce web di una rivista scomparsa e marginale come La Forma, solo per il fascino delle relazioni tra le persone attorno quel progetto. In quel caso Tothi Folisi e Clio Nicastro, a volte con Federico Lupo. Ad un estremo pop, alla partenza de l’Ultimo Uomo, aspettavo la messa in scena di parte della redazione nei post delle due stagioni dello spogliatoio.

Inerzie

DOGTOOTH n.3, For the third edition of the visual booklet series, Dogtooth, Milan-based artist Giovanni De Francesco was asked to select images of his work, artistic influences and daily surroundings, Fortino Editions, 2012
DOGTOOTH n.3, For the third edition of the visual booklet series, Dogtooth, Milan-based artist Giovanni De Francesco was asked to select images of his work, artistic influences and daily surroundings, Fortino Editions, 2012

Le riviste di architettura hanno accettato un sentimento di estinzione imminente già a poche settimane dal successo dell’archivio di fanzine dedicate al design raccolto da Elias Redstone, quando qualsiasi A4 spillato è sembrato una via d’uscita rigenerante, espressione di un sentimento redazionale condiviso.
Se per la perdita di qualità del cartaceo c’era l’alibi della fine di un’epoca, quello che non sembrava necessario è stato il suicidio del lato web. L’inerzia che ha investito il cartaceo è passata al lato web delle stesse testate, che ha rifiutato l’evidenza che 1 follower non è uguale ad 1 follower, che i numeri privi di una attività non sono un pubblico, che non è percepibile solo la qualità dei contenuti ma anche la qualità di chi li riceve.
I siti web di Abitare e Domus sono stati spazi pubblici rilevanti fino a poco tempo fa e ora sono l’ambito di maggiore inerzia delle testate. Gli archivi si degradano, gli autori sono distanti dalla ricerca, gli articoli quotidiani generano un linguaggio reazionario al limite del luogo comune.

Editoria come protezione

Bruno Di Marino, Hard Media, La pornografia nelle arti visive, nel cinema e nel web, Johan & Levi, 2013
Bruno Di Marino, Hard Media, La pornografia nelle arti visive, nel cinema e nel web, Johan & Levi, 2013

Una delle conseguenze è che si associa lo stato della ricerca in architettura al decadimento della sua rappresentazione, stabilendo il paradosso che in un momento di buona condizione della ricerca progettuale, la forma di rappresentazione storica diventa deprimente.
La sintonia tra riviste e progetto non riesce a stabilirsi ad un livello decente. Gli studi italiani ed europei più intensi sono inediti in Italia. Da una parte le redazioni e molti curatori non sentono la necessità di fare ricerca, dall’altra sono evitate dai progettisti.
Il progetto è un ambiente fragile. Se come progettista la principale difesa è la qualità del lavoro e della sua comunicazione, non ci si può permettere di comprometterla con passaggi editoriali di bassa qualità: da qui la necessità di gestire autonomamente tutto il processo.
Saul Marcadent mi accennava all’editoria come forma di protezione. Qui il punto di rottura è nel 2010 quando Sejima produce una Biennale curata dai progettisti invitati e appare San Rocco Magazine scritto da progettisti ‘convinti che ci sia da qualche parte un pubblico che condivide i nostri interessi’. Azioni ancora a scala differente che condividono la posizione dell’architetto come editor e curatore di se stesso.

Tattiche

 Politics of Memory, Documentary and Archive, Archive Books, 2014

Politics of Memory, Documentary and Archive, Archive Books, 2014

Se è comprensibile che qualche progettista usi la forma attuale della pubblicazione cartacea come strumento tra narcisismo personale e esigenze di marketing, la forma di inerzia editoriale più misteriosa è quella di chi paga: un sistema industriale consistente che elargisce donazioni a riviste invendute.

Il futuro prossimo comprende necessariamente i marchi, almeno quei soggetti che considerano l’impegno editoriale come parte della ricerca e non come una attività di autorappresentazione.

Facciamo i nomi. Il bookshop a Porta Venezia e il giornale intimo online di Sunnei, recente fashion brand italiano rivelano, con un investimento leggero, l’assenza di spazi simili a Milano.

Un prototipo avanzato è Marsèll Paradise, nuovo spazio attivato dal marchio di calzature sulla soglia di generare nuove azioni oltre a quelle di Marsèlleria, lo spazio espositivo permanente. Trovo molto precisa in questo ambito la nidificazione di altri coinvolgimenti industriali prodotta dal lavoro di Zoe De Luca e Andrea Magnani con Siliqoon Labs, meccanismo di residenze per artisti supportati in nuove produzioni da marchi locali.

Il bookshop di Marsèll Paradise è in consultazione libera e già ospita microepisodi curatoriali come la sezione affidata a Federica Tattoli ed è il prossimo archivio di pubblicazioni meno necessarie economicamente e più urgenti sentimentalmente generate dall’editoria indipendente secondo i tempi dei festival e cataloghi.

Sunnei e Marsèll soffrono comunque l’assenza del progetto di allestimento. Scansato magari proprio per il racconto deprimente che riceve, in tutti e due i casi il display non parla lo stesso linguaggio intenso delle pubblicazioni e delle performance in mostra.

Ho accennato prima alla redazione come spazio pubblico. Per indicare quanto sono preziose queste esperienze, le analogie con il territorio e le sue necessità possono essere forzate fino alla definizione di paesaggio editoriale.

Ringrazio Lucia Bosso, Zoe De Luca, Saul Marcadent per le conversazioni generose alla base di questo pezzo in cui evito il virgolettato. Maddalena Bonicelli, Mirko Rizzi, Sara Scanderebech per l’ospitalità e la cortesia. Le copertine dei libri arrivano dagli scaffali di Marsèll Paradise.