“Il museo deve essere in grado di conservare le bellezze e le testimonianze del passato, non come un muto lapidario, bensì per riuscire a farle parlare all’uomo del tempo presente”.
Potrebbero essere proprio le parole dello storico e saggista francese Marc Fumaroli, recentemente scomparso, le linee guida alle quali ricondurre la programmazione espositiva 2020 di Palazzo Grassi. Il meraviglioso duecentesco palazzo veneziano trasformato in museo d’arte contemporanea torna dall’11 Luglio a dare luce e nuova vita alla sezione fotografica della Pinault Collection con l’esposizione delle opere di due grandi nomi: Henri Cartier Bresson e il giovane artista Youssef Nabil. Dopo la mostra di Irving Penn nel 2014, il nuovo direttore Bruno Racine sceglie di riemergere dal lockdown rimarcando, in un momento di attesa rinascita come questo, l’importanza del mezzo fotografico, capace di stimolare la discussione e la ricerca.
Al primo piano di Palazzo Grassi, dunque, in collaborazione con la Bibliothèque nationale de France e la Fondation Henri Cartier-Bresson, ritorna la grande fotografia. La mostra si intitola “Henri Cartier-Bresson: Le Grand Jeu”. Le regole del gioco sono semplici: 5 curatori, circa 50 fotografie selezionate da ognuno tra le 385 della “Master Collection” (raccolta di scatti realizzata da HCB nel 1973 e considerata dallo stesso uno strumento essenziale per la comprensione del suo lavoro) e una personale sinfonia d’immagini da comporre.
Ricerca, istinto, pianificazione e competenza sono solo alcune delle qualità che hanno dimostrato i curatori scelti da Matthieu Humery, ideatore e coordinatore del progetto artistico. I partecipanti al “Grande Gioco” sono personaggi d’eccezione: François Pinault in veste di collezionista, la fotografa Annie Leibovitz, lo scrittore Javier Cercas, il regista Wim Wenders e la conservatrice Sylvie Aubenas. Ognuno di loro è stato invitato a presentare una selezione degli scatti dell’“Occhio del secolo”, così soprannominato Cartier-Bresson, proponendo un’originale visione e reinterpretazione della storia del 1900. Su 385 fotografie che evocano attimi di vita passata e diffondono sensazioni eterne, solo 50 sono le protagoniste del racconto di ogni singolo curatore. Ciascuna di queste testimonianze conduce il visitatore non soltanto ad arricchire lo sguardo sull’universo del fotografo, ma anche a conoscere più a fondo la poetica dei narratori. Provenienti da discipline differenti e mossi da sensibilità artistiche eterogenee, i cinque professionisti hanno accettato di mostrare il loro personale percorso emozionale rimanendo fino all’ultimo all’oscuro del lavoro degli altri. Assumendosi il “rischio” di vedere la stessa fotografia esposta più volte nelle sale riservate alle differenti storie inedite, Palazzo Grassi sembra porre l’accento sui cambiamenti che hanno investito questa sfera artistico/rappresentativa.
La riapertura di questo fine settimana comprende anche la mostra del giovane artista egiziano Youssef Nabil, “Once Upon a Dream” (al secondo piano) e “Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi” (nella sede di Punta della Dogana): un contrappunto di sguardi contemporanei che il visitatore potrà mettere in relazione con il ‘900 documentato da Bresson.
Sabato 11 e sabato 18 luglio (in occasione della Festa del Redentore) Palazzo Grassi – Punta della Dogana offrirà l’ingresso gratuito ai residenti della città metropolitana di Venezia. Le due sedi espositive saranno aperte al pubblico ogni sabato, domenica e lunedì, dalle 10 alle 19, con biglietto unico a tariffazione ridotta (15 euro anziché 18 euro, 12 euro anziché 15 euro). Le modalità di accesso e la fruizione delle mostre saranno regolate garantendo piena sicurezza per lo staff di accoglienza e per i visitatori. Le norme di accesso saranno costantemente aggiornate sul sito www.palazzograssi.it.