Ebbene sì, abbiamo iniziato anche noi. Ovviamente stiamo parlando dell’atto osceno in luogo privato per eccellenza del 2020: le dirette Instagram. Per le nostre Pigiama Stories ci sono solo tre regole per gli invitati alla “diretta del Signore”: farsi intervistare in tenuta da casa, essere presi bene – nei limiti emotivi delle contingenze storiche che ci stiamo trovando a vivere – e raccontarci qualcosa del loro rapporto passato, presente e futuro con la città in cui si trovano rinchiusi. Anche questa volta abbiamo deciso di rispondere alle grandi domande dell’umanità: Dove non andiamo più? Cosa non facciamo più? E, soprattutto, è pronto il tiramisù?
Per la seconda puntata abbiamo chiacchierato con Auroro Borealo e Maria Luisa Frisa. Il tutto è stato aperto dall’immancabile sigla; questa volta abbiamo omaggiato il genio televisivo del tubo catodico anni Ottanta aka Umberto Smaila e il suo Colpo Grosso; con il ticchettio erotico-musicale di Cin Cin.
Per questa puntata abbiamo optato per un incedere accademico; parlando di libri, dischi e cultura sinestetica della notte come terreno fertile per una nuova antropologia del contemporaneo. Auroro Borealo in veste di book-influencer ci ha consigliato cosa leggere. Il mare culturale in cui pescare è solo uno: la sua pagina Instagram Libri Brutti – che, come ci ha detto, “in maniera molto didascalica posta libri brutti”. Ci siamo soffermati sull’analisi ermeneutica del saggio post-strutturalista “Uomo Cercasi. Le tattiche infallibili per rincontrare e conquistare l’uomo dei propri sogni e farsi amare per sempre” di Dian Hanson.
Versante musicale, la pagina da seguire è invece ORRORE A 33 GIRI – da dischi brutti a libri brutti è un attimo. Il climax estetico-musicale-letterario di questa volta è stato il disco di poesie inciso da Vittorio Sgarbi; da ascoltare tutto d’un fiato per sentirsi come Shakespeare nello studio di Pomeriggio 5. Immancabile l’amarcord-digitale della parentesi “Accademia della Crusca” in cui ci ha spiegato la genesi del termine “svizzerare” – citato nella sua lirica “Gli occhi del mio ex”; questo il termine usato dai vitelloni romagnoli quando rispedivano a fine vacanze le “gnocche nordeuropee” a “quel Paese”.
In conclusione di tutto abbiamo avuto il momento “Gira la moda”; dove Auroro si è cambiato un po’ di vestiti – rigorosamente presi dall’armadio della sua ragazza. Il nostro outfit preferito è stato quello neo-amish ispirato alla serie Netflix “Unorthodox” – un po’ gender-fluid, un po’ psych-allenniano.
“Sogno spesso Costantino della Gherardesca che vuole vendermi valvole respiratorie. Non so bene cosa voglia dire, ma mi fa compagnia durante queste notti di lock-down. È un periodo molto onirico a suo modo. Alla fine di questo day-dream vorrei uscire di casa e andare ad un bel concerto al Circolo Ohibò; credo che sia il posto che mi manca di più in assoluto a Milano”.
La seconda ospite è stata Maria Luisa Frisa, rinomata critica, fashion-curator e direttore del Corso di laurea in Design della moda e Arti multimediali all’Università Iuav – in diretta dalla splendida laguna veneziana. Eravamo un po’ spaventati del gap-culturale degli ospiti; ma Maria Luisa ha rotto il ghiaccio commentando il cambio abiti di Borealo come “una grande performance”. Cerchio chiuso.
Con lei abbiamo parlato di Dune, nuova rivista di cui è capo redattrice – la presentazione della quale avrebbe dovuto avere luogo al Teatrino di Palazzo Grassi a Venezia con una performance di Jacopo Milani. Il giornale è uscito lo stesso, ci spiega Maria Luisa, come “atto di resilienza culturale in un periodo così difficile”. Il tema del numero sono le dark-room, viste come uno dei terreni antropologici per lo studio del contemporaneo: “Parlare di un luogo della promiscuità, della vicinanza estrema, di una conoscenza sensoriale estrema in questo periodo di distanziamento sociale è un’operazione intellettuale e che spinge a riflettere”. Ci viene regalato poi un omaggio al grande scrittore e giornalista Pier Vittorio Tondelli; uno dei primi a ravvisare nel mondo della notte l’oggetto culturale prediletto in cui si dispiega la fenomenologia dell’umano. Come desideriamo – ci dice – molto della società in cui viviamo, il desiderio è atto politico come ci hanno insegnato Deleuze e Guattari. E adesso che le dark-room sono i nostri cellulari, che il reale mai come oggi è immanente al virtuale, che i corpi si postano, scrivono e si vivono troppo poco; noi genere umano abbiamo solo (ancora) voglia di ballare.
Pigiama Quote:
Parlare di un luogo della promiscuità come le dark-room, un luogo della vicinanza estrema, di una conoscenza principalmente sensoriale ed esperienziale in questo periodo di distanziamento sociale è un’operazione intellettuale e che spinge a riflettere. Il mondo della notte è un terreno antropologico fondamentale per lo studio del contemporaneo; il modo in cui desideriamo un corpo e le modalità in cui esprimiamo un tale desiderio definiscono, più delle leggi e dei decreti, gli orizzonti politici e sociali del mondo in cui viviamo”.
Per questa puntata, oltre alla nostra playlist, abbiamo pensato di aggiungere anche una book-list; eccole qui:
BOOK-LIST:
1. Uomo Cercasi di Dian Hanson
2. Privé di Emilio Fede
3. Un weekend postmoderno di Pier Vittorio Tondelli
4. Eros e Civiltà di Herbert Marcuse
PLAYLIST: