Caro Giorgio Strehler,
in quest’anno, il centesimo dalla tua nascita, desidero farti un regalo. Ricordando che come dicesti tu “Il teatro è la parabola del mondo”, ho voluto portare il mondo a teatro, o meglio in questo teatro.
Firmato, Il Piccolo Teatro di Milano. Maggio 2022
Così direbbe il Piccolo Teatro se potesse parlare per festeggiare i cento anni dalla nascita di Giorgio Strehler, il suo fondatore, così ha fatto Claudio Longhi il nuovo direttore, creando un Festival internazionale di teatro dal titolo: “Presente indicativo per Giorgio Strehler (paesaggi teatrali)” che vedrà sui palchi del Piccolo di Milano la scena internazionale e più. Dal 4 al 31 maggio quindi non prendete altri impegni perché la scena milanese si colora di tutti i gusti più uno e non si potrà non essere attirati in questo vortice teatrale.
Tornano le idee e gli ideali di Strehler di un teatro d’arte per tutti, un teatro d’Europa, un circo mondo, un teatro specchio della società e della contemporaneità. Venticinque titoli, 22 artisti: italiani, europei e da altri continenti, distribuiti in 28 giorni.
Il Piccolo ha diviso il Festival in due macro direzioni: la danza e il teatro. La prosa si apre con una retrospettiva su Sergio Blanco, il drammaturgo e regista franco-uruguaiano, re dell’autofinzione, a teatro il 4 e 5 maggio con Zoo, il suo ultimo spettacolo; mentre il 7 e 8 maggio presenterà El bramido di Düsseldorf, una storia che dal personale va al generale e viceversa; infine il 10 e 11 maggio con Cuando pases sobre mi tumba, che indaga il tema della morte attraverso il suicidio assistito. Il 5 e 6 maggio, direttamente dall’America Latina, ci sarà Mariano Pensotti con Los años, una storia intima attraverso il tempo. La compagnia FC Bergman porta al Piccolo, il 10 e 11 maggio, The Ship Song una favola i cui la protagonista è proprio una pecora. Sempre il 10 e 11 maggio il drammaturgo burkinabé Artistide Tarnagda presenta Façons d’aimer, un testo potente fatto di poesia, violenza e tenerezza. Il 13 e 14 torna Federica Rosellini con Carne Blu, già presente nella stagione del Piccolo. Le idi di maggio, 13, 14 e 15 sono capitanate da Pascal Rambert che, con Deux amis, porta il teatro nel teatro. Il 16, 17, 18 ci si sposta a Stoccolma con Marcus Lindeen e la doppietta di spettacoli Wild Minds e L’Aventure invisible, due indagini sull’uomo, sul suo inconscio e la sua identità. Christiane Jatahy più bella che mai e appena premiata con il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia, porta finalmente in Italia Entre chien et loup ispirato al film Dogville di Lars von Trier. Nelle stesse date (19 e 20 maggio) Lisandro Rodríguez è a Zona K con Extremófilo e il suo immaginario alla Philip Dick. Un’altra doppietta, del greco Theodoros Terzopoulos, ci aspetta in questo Festival: l’adattamento di Casa di Bambola, Nora, il 21 e 22 maggio mentre il 23, 24, 25 maggio sarà in scena Io un monologo al femminile che parla di esilio e ferite mute. Il 25, 26 e 27 maggio il portoghese Tiago Rodrigues presenta Dans la mesure de l’impossibile, una ricerca di un mondo migliore. Marta Górnicka il 26, 27 e 28 maggio presenta Still Life. A Chorus for Animals, People and all other Lives e, negli stessi giorni (27 e 28), torna Davide Enia con il suo L’abisso, a ricordarci che di umanità si tratta, sempre! Gli ultimi giorni del Festival (29, 30, 31) ci sarà la compagnia dublinese Dead Centre con Beckett’s Room e l’iraniana Parnia Shams (30, 31) con است (Is) e la riflessione sul potere invisibile.
L’abbonamento danza inizia il 4 maggio con Costanza Macras, un’argentina berlinese che presenta in prima nazionale The Future, una riflessione sul futuro nel passato, si prosegue con l’italiano Marco D’Agostin il 9 e 10 maggio con Best Regards, una lettera impossibile che non ha destinazione. Serge Aimé Coulibaly, africano, porta al Piccolo il 14 e 15 maggio Wakatt, una danza che vuole stimolare la riflessione e il pensiero. Il 17 e 18 maggio si torna in Italia con Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni con Nudità, un dialogo tra pupi e il corpo del danzatore, con lo scopo di unire due universi apparentemente lontani. Il focus danza si conclude il 30 e 31 maggio con Marlene Monteiro Freitas, nato a Capo Verde, e il suo Mal – Embriaguez Divina, una riflessione sul male della nostra società.
Infine, a conclusione di tutto ci sarà dal 23 al 27 maggio il Convegno EASTAP che porterà la riflessione sul teatro mondiale nelle nostre sale, perché quello che vedremo sul palco non resti solo evento ma sia spunto di riflessione continua.
Un ricco, ricchissimo Festival di profumi e voci diverse, di lingue, racconti e ideali, dove finalmente il mondo è davvero a teatro e soprattutto a Milano. Alla fine, si può dire che Strehler aveva proprio ragione quando diceva che: “Il teatro è questo: dire qualcosa a qualcheduno con il sentimento del testo”.