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Terraforma – Whiskey & Dischi: Costantino della Gherardesca e Simone Bertuzzi. I loro dischi, le loro storie e qualche drink

Il 12 aprile si è tenuta la prima listening session di Terraforma in cui il noto conduttore televisivo, gran appassionato di musica, guidato da Simone Bertuzzi ci ha fatto sentire una parte della sua collezione di dischi

Scritto da Emanuele Zagor Treppiedi il 20 aprile 2017
Aggiornato il 2 maggio 2017

Foto di Michela di Savino

Spesso capita (ad alcuni fortunati al lavoro, ad altri dopo cena o in altre circostanze) di trovarsi con alcuni amici davanti al computer e alternarsi nella ricerca di brani e video da far sentire e vedere raccontandosi aneddoti su quel pezzo, storie legate all’autore o al momento in cui si è scoperta quella traccia o semplicemente cazzeggiare. Whiskey & Dischi è un po la stessa cosa solo che non c’è lo schermo lattiginoso di un computer ma un mixer, un buon impianto e un giradischi perché quello che gli invitati fanno sentire è una parte della loro collezione di vinili, accompagnata da cocktail a base whiskey Jameson (che è parte del progetto).

Costantino della Gherardesca, noto presentatore televisivo e gran appassionato di musica, e Simone Bertuzzi, dj, ideatore del sito Palm Wine, contributor per diverse testate (tra cui Zero), ricercatore musicale, metà del progetto artistico Invernomuto (insieme a Simone Trabucchi) e in anteprima vi diciamo che sarà il curatore musicale di un nuovo programma di Costantino, sono stati i primi ospiti dell’appuntamento di Whiskey & Dischi, format di listening session realizzato da Threes, l’associazione che c’è dietro al festival Terraforma.

Con loro e un’ottantina di fortunati tra giornalisti, fan del presentatore, maniaci di musica ed estimatori del festival – che si sono assicurati un posto in prima fila iscrivendosi sul sito di Terraforma – ci siamo trovati al LaBruteEpoque e in questo bello e intimo scantinato di zona città studi – riallestito a studio fotografico da sapienti architetti che vivono nei piani superiori – adibito per l’occasione a salottino, ci siamo gustati un’ora di musica unica che vi riportiamo qui di seguito con il teaser dell’appuntamento, la tracklist dei pezzi, alcuni estratti della conversazione tra Costantino e Simone e la diretta completa.

COSTANTINO DELLA GHERARDESCHA

Il primo brano lancia proprio il tema del supporto fonografico, è un pezzo dei Bow Wow Wow intitolato “C30 C60 C90 Go” è del 1980 e parla delle prime musicassette e di come si riusciva a fare i primi mixtape.

Costantino della Gherardesca
plays
Bow Wow Wow – C30 C60 C90 Go

 

SIMONE BERTUZZI

Un piccolo appunto riguardo la cultura del vinile e della necessità di parlare o di ascoltare la musica su questo supporto. Ascolando questo disco stavo pensando che, quando ero più piccolo – io vengo principalmente dal mondo hip hop, quindi vinile e musicassette, poi sono arrivato al mondo dell’elettronica – compravo sempre i dischi da un distributore toscano che si chiamava Microsuoni. Alla fine delle sua newsletter c’era un disclamer che recitava: “Se non vuoi più ricevere questa newsletter puoi rispondere all’email dicendo “mi piace il rock”“. Quindi sono cresciuto un po’ con una sorta di allergia verso questa musica suonata e sono assolutamente impreparato… ne volevo quindi approfittare per chiederti qualcosa riguardo al tuo background e di come hai vissuto, anche in fasi precedenti alla diffusione digitale, il tuo rapporto con la musica e con i supporti musicali.

COSTANTINO DELLA GHERARDESCA

È una storia molto comune. Io sono cresciuto con mio fratello che ascoltava musica jazz e mia sorella invece che sentiva i Ramones o i Rolling Stones e cose simili. All’inizio quando ero piccolo c’erano i dischi, poi cassette e quando ero teenager i CD. Poi però iniziai a comprare dischi per un motivo molto semplice, che non è il feticismo del vinile, ma perché molte cose che mi piacevano non uscivano su CD. Quindi molti album, in particolar modo di musica new-wave degli anni 80, gruppi come i MARRS, i Chrome, Snakefinger, i Suicide e via così uscivano solo su vinile… ma non è che fossi entusiasta di comprare il vinile come succede oggi, anzi spesso uno sbuffava nel prendere il disco.
Ho deciso di mettere questo brano perché è una cosa molto naïf che raccontava l’inizio della musicassetta e di com’era bello non portarsi dietro tutta la borsa dei vinili ma avere tutto in un mixtape.

 
Simone Bertuzzi
plays
Soul Messages from Dimona – Our Lord and Savior

 
Costantino della Gherardesca
plays
Brian Eno – Baby’s On Fire (la versione suonata è quella in vinile non uscita e non trovabile su altri supporti, quindi è diversa da questa linkata)

 

COSTANTINO DELLA GHERARDESCA

Questo brano l’ho portato perché è una versione molto bella di un famosissimo brano di Brian Eno nel pieno suo periodo glam, quindi quello tra i Roxy Music e il periodo sperimentale. Questa versione dal suono straordinario, nonostante fosse registra decine di anni fa, non si trova in nessun altro tipo di supporto musicale ed era un po’ più lunga di quella classica che si trovava sull’album che era completamente diversa. Questa era anche la versione che veniva ballata nei locali freak-scene di Londra, scena a cavallo tra le robe hippie e psichedeliche e appena prima del periodo punk londinese.
 
Simone Bertuzzi
plays
Massive Gosine – Chrloo (Dougla Riddim)

 
Costantino della Gherardesca
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Googoosh – Ageh Mishod

 

SIMONE BERTUZZI

Ora andiamo in Colombia, dove so che sei stato, e ti farei sentire questo disco di Elio Boom che è uno degli esponenti principali della champeta: un genere colombiano che prima si chiamava champeta criolla, dove però si sentono molte influenze dell’Africa dell’Ovest, perché in Colombia del Nord a Barranquilla arrivavano molte di queste musiche africane e la champeta ciolla era una strana risposta autoctona di persone che avevano origini africane ma che vivevano in Colombia che hanno mischiato tutta la musica dell’Africa dell’Ovest con la tradizione musicale colombiana. Successivamente col passare degli anni è diventata una forma più elettronica, più sintetizzata, e questo pezzo è dedicato ai Cavalieri dello Zodicano, tutti elencati da Elio Boom.

Simone Bertuzzi
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Elio Boom – Los caballeros del zodiaco

 

COSTANTINO DELLA GHERARDESCA

La Colombia adesso è una meta incredibile in cui andare, perché laddove quindici anni fa c’erano delle zone pericolose, o quasi di guerra per via del narco-traffico, adesso sono state proprio ricostruite, grazie anche a investimenti da parte del Cile, e si sta molto bene è giovane e costa poco… e tra l’altro c’è una cultura musicale incredibile: ci sono dei soundsystem perfino negli autogrill.

SIMONE BERTUZZI

Io sono stato un anno e mezzo fa in Colombia per fare un documentario sui soundsystem colombiani che si chiamano Picò e a differenza di quelli giamaicani, hanno tutti la particolarità visiva di essere esageratamente colorarti e customizzati.

COSTANTINO DELLA GHERARDESCA

Insomma andate in Colombia se volete divertirvi.
Adesso vi metto un disco stampato da una famosa etichetta e da un negozio di dischi legato a un noto locale di Bangkok. Io ormai ho quasi 40 anni e non esco molto, però dovete sapere che c’è un luogo leggendario per la musica nella capitale della Thailandia che si chiama Studio Lam: un piccolissimo locale gestito da dei ragazzi che ristampano la musica dei comunisti della campagna thailandese degli anni 70 o magari fanno arrivare dei dj della Francia che fanno dj set di musica francese anni 60… e uno così si ascolta beat francese con musica dei brigatisti thailandesi. Quindi un locale molto curioso e molto divertente anche per chi non ama uscire come me.
Loro hanno fatto due compilation molto importanti che si chiamano “The Sound of Siam” che consiglio veramente a tutti e vi suggerisco anche di andare a Studio Lam.

Costantino della Gherardesca
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Onuma Singsiri – Mae Kha Som Tam

 
Simone Bertuzzi
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Antonio Sanches – Pinta Manta

 
Costantino della Gherardesca
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Lowfish – The Superuser

 
Simone Bertuzzi
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Nanjaman – Nah look back
???
introvabile qualsiasi tipo di versione in rete, esiste solo in 7”
 
Costantino della Gherardesca
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DJ Scud (Loodclaat Gangsta Youth) – Kill Or Be Killed

 

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