STORIA VERA, la pubblicazione a cura di Zero con Slam Jam è una schizofrenia temporale che rimette in piedi la storia vera, per come s’è vissuta, e lo fa attraverso i dieci eventi culturali, musicali e artistici che hanno segnato l’immaginario negli ultimi quarant’anni.
Ognuno di questi avvenimenti ha un’eco che insegue i suoi anni a venire, che parla al nostro passato e al nostro presente. Situazioni, contesti e aneddoti che sono realmente accaduti e continuano ad accadere tutt’oggi. Abbiamo coinvolto autori e autrici che hanno vissuto personalmente questi eventi, e ne sono stati cambiati – come la storia e i nostri gusti. Ci siamo affidati alla loro memoria, al verosimile che ne emerge, alle matasse di senso che si raggomitolano nel cercare il presente tra gli abissi del passato.
ZERO e SLAM JAM presentano una pubblicazione per ricordarci che tutto quel che accade è già accaduto altrove, in altri dove e in altri tempi, e quel che accadrà è nient’altro che la progenie storta di una storia data per vera.
L’abbiamo chiesto a Carlo Antonelli, Franco Bifo Berardi, Gianmaria Coccoluto, Costantino Della Gherardesca, Achille Filipponi, Luigi Monteanni, Riccardo Papacci, Federico Sargentone, Giovanna Silva e Bruce Sterling. E questo presente l’abbiamo trovato nel miracolo calcistico partenopeo che accompagna gli Angels of Love nelle gibigiane di luna al Lido Circe, e nei tentativi di balcanizzazione delle TAZ di Hakim Bey al COX18; nei pertugi lisergici della leggendaria Bologna del Link e negli ordigni esplosivi del post-hardcore dei Fugazi al Forte Prenestino; nella festa più grande mai organizzata allo Stadio di San Siro, dove alcuni ricordano Jodorowsky inseguire passanti per leggergli il futuro nei tarocchi e altri non ricordano nulla. Qui e altrove, tutto messo nero su bianco non su una guida, ma in una specie di prontuario narrativo per ricordarci che tutto quel che accade è già accaduto altrove, in altri dove e in altri tempi, e quel che accadrà è nient’altro che la progenie storta di una storia data per vera.
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STORIA VERA
Cos’è successo negli ultimi trent’anni? Nessuno in fondo lo sa. Pochi sono gli eletti che riconoscono il dipanarsi della storia, il suo frastagliamento. Pochi sono quelli che intercettano le lingue e i filamenti che danno consistenza agli eventi. La storia vera è una brutta bestia. Perché cosa è vero? È vero tutto, è vero niente.
La nostra società è stata definita in tanti modi: quella della post-verità e dell’informazione libera e svincolata dai fatti, legata alle emozioni; quella della stanchezza, di una conoscenza tanto vasta quanto atrofizzata; di una memoria a breve termine con tutti i crismi delle patologie dell’attenzione; dei bambini indaco; dei volti veri ma finti; delle situazioni inventate da un algoritmo d’apprendimento; di paesi e architetture che non hanno località e geografia; di movimenti fantasma e movimenti assenti; di terre piatte e Australie scomparse; la lista non può avere fine.
Ma a fronte di tutto questo diciamo una cosa prima di tutto: il Gonzo di H. S. Thompson aveva ragione. Per raccontare gli accaduti occorre mettercisi nel mezzo, così da distorcere gli eventi quanto basta per renderli plausibili. Così da fare il sacrosanto lavoro della memoria: ricordare sì, ma un po’ come ci pare.
Tra vero o falso noi scegliamo quindi di non scegliere. Noi scegliamo il verosimile. Quell’unità di credere e non credere da cui si ergono i miti e gli orrori, da cui Gilgamesh ha percorso il viaggio di Uruk con il suo Enkidu, un Omero moltiplicato all’infinito ha scritto l’origine dello sguardo di una civiltà, e un vecchio matematico ha trovato i principi formali della natura nei frastagliamenti delle coste inglesi. Il verosimile è più vero che falso, non c’è dubbio. Pensate a Dio. Dio è verosimile. L’esistenza è verosimile. L’allucinazione è verosimile. La storia è sempre verosimile, c’è poco da fare. Come la memoria.
Quand’è così rimane una sola cosa da fare: raccontare tutto il possibile e tutto il necessario.