Avremmo voluto fare questa intervista di corsa, seguendo Floriano nel suo consueto percorso che ogni mattina lo porta a conoscere Milano, partendo dal suo quartiere: i Navigli. O meglio via Gola, quel tratto a sud che è un po’ un microcosmo un po’ città Stato. Lui, che di professione è un creativo a 360°, spaziando dal mondo musicale a quello sportivo, con un background che parte dalla Nike e arriva a brand come Australian e Asian Fake – etichetta discografica e di management – ci porta figurativamente a spasso per la città. Ovviamente correndo.
Project manager, consultant e business developer. Tante connotazioni ti descrivono, ma forse quella che ci piace di più è l'urban runner. Cosa vuol dire, cosa fai, come nasce tutto?
Se devo pensare a un momento specifico ti direi quando ho iniziato a lavorare per Nike a Roma nel 2014. Andavo a lavoro correndo con uno zainetto dove avevo il cambio, partivo da San Lorenzo, passando per Colosseo e Fori Imperiali, piazza Venezia e poi doccia in ufficio. In generale questo concetto, che avevo in qualche modo già focalizzato dai tempi dell’università/master, è esploso nel 2013 quando sono stato assunto da Nike, questo ha facilitato e agevolato il tutto. Quando si dice unire passione e lavoro in un’unica cosa.
La corsa e la città: come si guardano questi due mondi?
Come lavoro e passione sono due mondi che per me si sono sempre mixati, anche corsa e città viaggiano su uno stesso binario che mi permette di vivere a pieno il luogo in cui vivo, facendomi sentire parte di qualcosa e scoprendone i lati più nascosti.
Certamente è un concetto applicabile nella sua interezza e complessità solo ai medio-grandi centri urbani. Sostituendo per un attimo la componente lavoro con quella del viaggio si può replicare lo stesso discorso: fai sempre una corsa in tutti i posti in cui vai. Personalmente in Europa ho corso in 16 capitali e quello specifico momento mi fa ricordare molto bene i tratti di ogni singola città.
Imprescindibile è il legame che hai con la città in cui vivi, Milano, e la tua attività, sia lavorativa che sportiva. Soprattutto con il tuo quartiere: i Navigli. Cosa vuol dire per te viverlo. Hai sempre vissuto qui?
Sono capitato sui Navigli per caso, il primo anno a Milano nel 2015 l’ho vissuto in porta Venezia, poi decisi di comprare casa e l’agenzia immobiliare mi ha portato qui e direi che ha fatto la scelta giusta.
Milano sud è il cuore pulsante della città e l’area allargata dei Navigli è il luogo di ritrovo di chi fa pulsare questo cuore. Viverci è un vantaggio in più che ti permette di esserci a 360° gradi e in questo modo non stancarti mai.
Quando vedi un luogo sempre con gli stessi occhi è facile saturarlo, cambiando prospettiva gli dai sempre nuova linfa.
Ci racconti di via Gola, come l'hai trovata e come è cambiata negli ultimi anni?
I primi 6 mesi sono stati una botta in faccia, non mi ero reso conto di dove fossi finito, non ne avevo mai sentito parlare nello specifico e di giorno, ad occhi estranei, sembra una via come le altre.
Improvvisamente ti ritrovi parte di un’ecosistema che sembra aver una propria vita. Non ci sono più differenze tra case residenziali e popolari/occupate, tra italiani e stranieri. Il crocevia di questo fenomeno è il mega supermarket della via, ovviamente gestito da una famiglia del Bangladesh, dove trovi qualsiasi cosa, aperto tutti i giorni quasi 24h, festivi inclusi. Ti da la sensazione che qualsiasi cosa accada nel mondo esterno, in Via Gola la vita può continuare serenamente.
Sui Navigli cominciano a nascere anche una serie di bar e negozi e luoghi dedicati non solo alla corsa, ma allo sport in generale, soprattutto bici e canottieri. Ce n'è qualcuno che ti piace in particolare?
Sono stato iscritto ai canottieri Olona per un anno, pre covid, un club fantastico per lo sport. Ma la mia preferenza va sempre per lo sport all’aria aperta e su questo fronte è nato il Tornavento, un terreno d’incontro tra sport, arte, drink e intrattenimento.
Per tutti coloro che fanno sport lungo il Naviglio è stata una verra manna dal cielo per via dell’assenza di semplici fontane per i primi 6 km di percorso. Il Tornavento si trova esattamente a 3 km dal mercato metropolitano (punto di inizio) e con i servizi che offre ha ridato anche un aspetto sociale all’attività fisica.
Un fattore importantissimo ai Navigli è il tempo: lo scenario cambia enormemente tra il giorno e la notte, la mattina e il pomeriggio. Diverse le persone, l'atmosfera, la densità. Quali ore vivi di più il quartiere, quali preferisci?
La mattina presto è sicuramente l’orario che ha più fascino, i colori e il silenzio fermano il tempo creando un’atmosfera quasi da fiaba. Riesco a sentire nitidamente il rumore dei miei passi e del fiato mentre corro rompendo quest’atmosfera.
La notte è il momento che vivo o meglio vivevo di più, soprattutto per una questione lavorativa. Da febbraio le priorità di tutti sono cambiate, probabilmente fino alla prossima primavera dovremo stringere i denti e vivere di ricordi, ma sempre con la convinzione che torneremo più forti di prima.
Una giornata di corsa per i Navigli: che giro faresti? Perché?
Può sembrare monotono ma il giro che faccio tutti i giorni è dal mercato metropolitano al parco Expo, sono 10 km (5+5) dritti e lineari che ti permettono sia di fare una run spensierata immergendoti nello spazio che hai attorno, sia di allenarti bene su varie distanze non avendo ostacoli lungo il percorso. Ora che c’è il Tornavento non hai nemmeno più la scusa del caldo e/o della mancanza di un punto di ristoro.
Navigli mainstrem vs Navigli di Floriano: portaci a spasso nei luoghi più nascosti.
Qui gioco in casa. Il ristorante peruviano più buono e nascosto di Milano si chiama INKANTO e si trova in Via Gola. Di fronte si trova un negozio/vineria biologico fantastico. Allontanandoci dai Navigli turistici, il nuovo punto di ritrovo per il chi fa pulsare il cuore di Milano è sicuramente il Turbo in via ponti.
Floriano che corre nella vita in che direzione sta andando?
Una strada in salita nello sport, a un punto di ristoro nel lavoro. Sto correndo come non mai, avendo molto più tempo a disposizione anche se quasi tutte le gare sono annullate.
Dal punto di vista lavorativo è un periodo molto strano, ricco di cambiamenti e adattamenti. Sto facendo molte cose, anche nuove, ma senza muovermi dal punto di ristoro dove a marzo mi sono fermato a riflettere.