Stephanie Glitter è la drag più busy di Milano, serving eleganza extravaganza dal Plastic a Porta Venezia. Ha l’allure da star che balugina su tutto, in ogni situazione e in ogni contesto, dalle barbe al supermercato ai tacchi di una Stephanie cresciuta tra realismo italiano e le tate della TV. Sapere che è una super influencer e aver visto le sue stories vi aiuterà solo in parte a sapere quello che state per leggere.
Ciao Stephanie, è un piacere parlarti direttamente. Di solito la tua voce riempie la mia stanza la domenica mattina quando mi sveglio senza memoria e cerco di riconnettermi al mondo. A te capita spesso di riascoltarti?
Bei tempi quelli in cui nel weekend capitava di veder sfogare qualche look interessante e fare la sfilata al bancone del Plastic. Mio malgrado direi di sì, molto più spesso di quanto vorrei, alle volte non mi sopporto neanche… diciamo che la convivenza è croccante!
Raccontaci in breve, com’è iniziata la tua carriera drag? Cosa ti ha mosso?
Ormai cara sono ben dieci anni che la signorina sta sul tacco! Mi ha sempre affascinato molto il concetto del dualismo, la presenza di due principi fondamentali, in relazione reciproca di complementarità o di opposizione. Nel concreto ho iniziato ad accogliere e sperimentare anche un’altra parte di spicco della mia persona, quella femminile.
Interessante è stato tutto il processo che il personaggio, cioè Stephanie (me, lol), ha affrontato. L’elaborazione dell’estetica è stata forgiata da La Dolce Vita di Fellini e poi sviluppata dal glamour anni 80/90 di Francesca Cacace, condita con nubi tossiche di lacca extra tenuta. Se in un primo momento c’era l’esigenza di esorcizzare una parte repressa di me che veniva condannata dal contesto in cui ero immersa, in poco tempo si è rivelata una carta vincente per affrontare la vita con una differente prospettiva. Decisamente più bella e divertente. Mi piace regalare il sogno di questa fantasia milanese ai fan, fatta di lustrini, chignon e coreografie disconnesse. Porta Venezia è stato lo scenario in cui ho avuto la possibilità di vivere un’esperienza utopica, rara e preziosa di una comunità estremamente eterogenea ma con un senso di collettività realmente radicato. Direi che è stato amore a prima vista.
Una sera incontri M¥SS KETA in Porta Venezia prima di andare al Plastic. Quali bar e quali tappe non possono mancare?
Settala 39: il tempio sacro di qualsiasi pre party che si rispetti in città. Un piccolo spazio estremamente creativo che ha raccolto le tracce di moltissimi artisti e amici, la chiamavamo “la Casa delle Bambole”.
Per bere un drink preferisco fare un salto al Rainbow in via Tadino – ai tempi nel congelatore non c’era mai spazio per il ghiaccio perché ci mettevamo i collant. A luglio, a Milano, la temperatura è insopportabile.
La Glitter sulle IG stories è un personaggio fluido che seguiamo quotidianamente e di cui abbiamo una conoscenza complessiva. Nonostante questa pluralità di situazioni riesce comunque a mantenere un’allure da star che non la lascia mai, da quando va con la barba al supermercato a quando sale sul palco dei DMA per ritirare il premio di Influencer dell’anno in una mise che spòstati(!). Quanto sono legate per te l’attività di Influencer e quella drag?
Mi è sempre piaciuto condividere il mio diario con gli amici in giro per il mondo. La vita ti porta a conoscere persone che non potranno essere con te per sempre. Instagram è subito diventato un salotto in cui raccontare una cronaca giornaliera e mantenere gli affetti vicini. Successivamente questi amici sono diventati sempre di più, alcuni ritrovati, altri nuovi. Ho quindi deciso di rendere il profilo una sorta di “bella mostra” di tutti i momenti più significativi di questa esperienza. Mi sento un po’ Chiara Ferragni? Molto meno, soprattutto più cenere, ma con il c***o. Le drag in questo momento storico più che mai si fanno manifesto e portavoce di un messaggio d’inclusione e parità molto bello per la collettività. Nel mio piccolo sento di dare il mio contributo a tutte le persone più “sfiduciate” perché emarginate ed oppresse da un retaggio troppo antico e pesante da sopportare.
Le attività da influencer sono per me un grandissimo traguardo perché hanno permesso di rendere ancora più inclusivo il mercato sui social network. Mi piace e mi lusinga molto il fatto che i brand si vogliano far rappresentare da un modo insolito e anticonvenzionale di comunicare. Il tutto risulta molto divertente perché non faccio altro che rimanere fedele alla mia pazzia. Ho fatto della mia più grande passione un impiego sfizioso. Detto questo non vedo l’ora di riassaporare quell’inebriante e seducente clima di festa che si respirava poco tempo fa.
Il tuo gusto per il beauty è uno dei topic che anima le stories ma NON SOLO BEAUTY. Qual è la cosa di te che più attrae follower?
Sincera, non ne ho idea. Riguardandomi a volte mi chiedo perché la gente sia interessata a guardare i deliri di una pazza sul telefono. In realtà sono io a essere molto grata alla mia community per l’enorme possibilità e fiducia che manifestano giorno per giorno con affetto. Il loro prezioso supporto mi motiva a continuare a esprimere Stephanie nella sua totalità.
Piace modah, piace pesh, ma con un’eleganza che ti contraddistingue sempre, così naturale! Ci si nasce o si diventa?
Di base cerco di sfogare tutti i miei capricci moda vestendo Stephanie di fantasie, anche se le piume e le paillettes fanno sembrare più attraente la forma, il contenuto rimane un circo continuo. Di cazzi ne parlano anche le signore bene, ma quelle se li tengono per loro. Io non ho tempo per l’ipocrisia. Ho imparato a proteggermi dalle difficoltà edulcorando alcune realtà, trasformare la cruda verità in un quadro naif della situazione mi dà la possibilità di affrontarla al meglio e con il giusto mood.
Facci qualche anticipazione sui progetti futuri. Cosa bolle in pentola?
Diciamo che ho ricominciato a metter mano su alcuni progetti in sospeso. Più che bollire, zucchero, la situazione f r i g g e.