Oltre alle varie logge massoniche, cerchi magici e circoli dei canottieri, in Italia c’è un’altra congrega ristrettissima che si muove nell’ombra e tira le fila culinarie. Si tratta della lega delle “Città delle lumache”, una ventina circa di comuni riconosciuti per l’alta presenza dell’invertebrato e per la loro abilità nel cucinarlo. A tenere alti i colori del Lazio c’è Graffignano e qui per quasi una settimana il motto di paese è: “Agosto, lumaca mia non ti conosco”. Fritte, in umido, al sugo, in zuppa: le ricette sono parecchie, ma per i più schizzinosi ci sono anche carni alla brace e primi piatti più tradizionali.