Rinascita e infinito: questo insegna la Pasqua, anche con la sua iconografia. A pochi giorni dalla festività, queste dottrine si ritrovano in quella protuberanza semi sferica simile, appunto, a un uovo, che c’è sotto la maglietta, detta “panza”. Non proprio rinata – diciamo riemersa, da cappotti e maglioni coprenti – essa potrà perpetuarsi all’infinito, grazie a sagne con pomodoro, aglio e olio, pizzigli co’ll’erbe (come cicoria selvatica o verdure ripassate), salsicce locali alla brace e pizzefritte, dolci o salate, con sugo e spezie preparate dalle matrone Arsolane. Pertanto, accantonate diete, slacciate le cinture e liberate le cicce: la Festa della Liberazione, dopotutto, insegna anche questo.
