Per noi lecchesi, i capisaldi culturali sono essenzialmente due: “I promessi sposi” del Manzoni e la Sagra delle sagre di Barzio (che prima, però, si svolgeva a Pasturo). Il primo l’avete già studiato a scuola, quindi non sto a rispiegarvelo (anche se sulla figura dell’Innominato ci sarebbe ancora molto da dire). La seconda è invece l’evento-simbolo della Valsassina, la cui tradizione è qui presente nelle sue sfaccettature più varie, dai coltellini al taleggio, passando per funghi e caviadini (i biscotti tipici della zona). Se siete amanti della psichedelia, presentatevi a mezzogiorno di ferragosto e ordinate una porzione abbondante di polenta taragna. Il viaggio è assicurato.
DUILIO ROXAS
