Mia nonna cucinava sempre cose schifose come la lingua, puntualmente in ammollo nel lavandino, l’anguilla che si dimenava nel sacchetto della spesa e quella cosa su cui, appena seienne, non osavo chiedere delucidazioni. Negli anni ho imparato che l’uovo, pur uscendo dallo sfintere della gallina, non è così male, che quella cosa immonda si chiama trippa e recentemente ho affrontato con una certa serenità anche anguilla e lingua al verde. Il 24 ottobre sarà il mio frattaglia day. Salame, spezzatino e minestrone di trippa il mio nutrimento. Voglio estendere i confini della mia esperienza sensoriale. Perché la trippa non è solo una questione di gusto.