Mio padre mi ha portata alla sagra dello stoccafisso, penso fosse questa di Melazzo, ma poteva essere a Messina, o a Varazze. C’erano l’orchestra, il vino, la gara podistica. I pesci erano dappertutto, merluzzi simili a baccalà, in terra e in cielo. Perché oltre a mangiarli si lanciavano, nella gara più attesa dell’anno da una fauna di jackass locali. Ci s’ingozzava di fuasòt (focaccia), e poi si gareggiava. I vincitori arrivavano al traguardo col minor numero di lanci. Il pesce batteva sui tetti, sulle teste, sulle macchine. Gli spettatori avevano l’ombrello, mio padre il casco. Se venivo colpita mi portava fortuna, come il tappo dello spumante.
dom 28.04