La sagra definitiva, dedicata all’alimento definitivo: il maiale disossato, condito e infornato, noto a tutti con il nome di porchetta. Un bene di cui bisogna essere campanilisticamente orgogliosi ma, allo stesso tempo, di cui bisogna saper condividere con gli altri la gioia intrinseca: quella che si sprigiona quando una fetta calda di porchetta e una di pane casereccio entrano in contatto. United colors of suino quindi, con i prodotti delle regioni centrali a farla da padrone – Lazio, Umbria, Marche e Toscana -, fino ad arrivare ad alcuni sconfinamenti in Calabria. Oltre al maiale, spazio anche ad altri cibi (poveri) di strada della tradizione (lampredotto e giù di lì), birre artigianali e presidi Slow Food. Voglio vivere così, con la cotenna in bocca.