Il giradischi appoggiato in un angolo suona una canzone di qualche artista americano swing anni 70, un’accoglienza molto piacevole per un locale che sembra venire fuori dalle affollate street di Williamsburg. Il Crank infatti deve molto come ispirazione a tutta quella corrente hipster così sfacciatamente riversatasi per tutta Milano – e soprattutto nel quartiere Isola – negli ultimi anni, gonfia di parole come organic, sandwich, veggie e coffee to go. Ma a ben vedere qui si respira veramente quell’atmosfera oltreoceanica e niente dà l’impressione di essere troppo costruito o forzato: dalle pareti in mattoncini al giradischi che può essere utilizzato da tutti i frequentatori del bar, passando dal divano Chesterfield vintage e soprattutto dalle biciclette. Eh già! Non c’è vero hipsterismo senza qualche bicicletta nell’aria, e in questo caso direi letteralmente; inoltre alcuni modelli appesi al muro sono in vendita.
Il Crank si presenta al mondo come un Organic Bikery, non un’officina vera e propria ma un luogo dove si condivididono la passione per le due ruote e la sua filosofia di vita. I miei amici isolani lo considerano una seconda casa, ci passano serate intere al bancone del bar ordinando Margarita o Dirty Martini fino a che il barman si rifiuta di servirli. Alcuni drink sono più riusciti di altri, ci sono margini per migliorare. Si mangia anche, dalla colazione al pranzo, con una selezione di insalate, sandwich, zuppe e primi del giorno: perché il Crank oltre a essere bikery è anche organic non lo dimentichiamo. Un luogo raccolto, un po’ un salotto di casa dove i proprietari ti accolgono come vecchi amici e non ti lasciano più andare. Così è successo a me e ai miei amici e così succederà anche a voi e alla vostra bicicletta scatto fisso.
Martina Di Iorio