Aperto nel 1958 sotto le due torri come “Whisky a go-go” e diventato il Kinki dal 1975, è sempre stato il club simbolo dello spirito vitaiolo, anticonformista e biassanot della città. Da primo club gay negli anni settanta a palcoscenico della scena creativa degli anni ottanta, da trampolino per i dj internazionali negli anni novanta a punto d’incontro per la generazione erasmus nel nuovo millennio, il Kinki ha visto passare nelle sue sale tempi diversi e diversi protagonisti.
Il suo spazio, non a caso sotterraneo, ha ospitato la Bologna underground, che scendeva le scale per incontrare la sua parte più segreta. Da Jimi Hendrix a Lucio Dalla, da Achille Bonito Oliva a David LaChapelle, da Valentino Rossi a Jovanotti: chi voleva essere al tempo stesso al centro del mondo e a casa sua, passava da Bologna e veniva al Kinki. Una città e un club che hanno fatto dell’apertura e del calore la chiave del loro successo e che oggi vogliono ancora raccontare i momenti storici più importanti di una notte che dura da quarant’anni.
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