“È stato visto mangiando ravioli e bun in Piazza Aspromonte”, parafrasando quel leggendario scherzo diretto a Maurizio Mosca a Supergol all’inizio degli anni 90. Se infatti un tempo il quadrato verde tra Loreto e Piola era per lo più territorio di uomini diversamente donne e meta di fruitori di polveri sottili e meno, ora la fisionomia di questa zona è cambiata anche grazie a una nuova generazione figlia di immigrati che ridisegna il territorio circostante. Maoji Street Food si trova proprio qui, al civico 43, e nasce dal fortunato successo del suo fratello maggiore, Mao Hunan, e già dal nome prende la strada di una cucina cinese più veloce e informale. Proprio perché in Cina non mangiano solo riso cantonese, nuvole di drago stantie e pollo piccante, mi dicono subito che qui si cucinano ricette tradizionali della regione dell’Hunan, luogo da cui proviene lo chef.
Questi cinesi di seconda generazione si lanciano sul lato hipster e la cosa è chiara appena si entra in questo piccolo locale che sembra quasi una ricostruzione di una stradina cinese un po’ posticcia e leziosa. Potrebbe essere il set di Kiss me Licia – dice il più + 1 – e non a torto visto i finti muri di mattoncini, le insegne luminose street e i tendoni a righe che si riversano sulla sala. Da Maoji ordinate i ravioli di carne, le polpette di riso, gli involtini di gamberi ma soprattutto tenete un po’ di spazio per i Maoji bao, dei panini cinesi ripieni di maravigliosi sfilacci di carne di maiale. La pancetta piccante è sublime, come il prezzo della cena. Maoji ci piace e ci fa avvicinare alla vera Cina rimanendo comodamente in Piazza Aspromonte.
Martina Di Iorio