Il mercato del Lorenteggio-Giambellino era diventato il centro delle cronache di tutta Italia perché l’occhio di Sauron di Renzo Piano avevo diretto il suo raggio per qualche momento su di lui: e giù articoli di Repubblica, Stampa, Corriere, tutti a narrare il “rammendo urbano”: che poi, ad andarci, non si capisce in cosa sia consistito.
Ora che è tornato alla normalità, vale la pena andare lì con il 14 o con la linea 1 (Bande Nere) e sedersi ai tavoli di Vito Landillo, un’istituzione assoluta. Con un bancone di carne di cavallo sterminato, ricco di salsicce, spiedini, tartare, bistecche, reali, involtini messinesi, straccetti, e poi salumi e ogni ben di dio, bisogna armarsi di una certa energia per ordinare – cotti e crudi separati – e poi portarsi al tavolo non solo le carni, ma anche le verdure: caponata eccellente.
Goduria!
Lucia Tozzi