“Nessuno può aver letto o leggere tutte le opere che contano”, diceva Umberto Eco. E se lo diceva lui, bisogna crederci. La sua biblioteca casalinga contava più di 30 mila volumi, “non solo un luogo in cui si raccolgono libri – sosteneva -, anche un luogo che li legge per conto nostro”.
Dopo una lunga disputa burocratica, la maggior parte di quei libri saranno affidati in comodato d’uso all’Alma Mater di Bologna per 90 anni. Tranne i volumi più antichi (venduti dalla famiglia per 2 milioni di euro), che andranno alla Biblioteca Braidense di Milano, tutti gli altri – donati allo Stato – traslocheranno nella nuova biblioteca “Eco”, un’ala della Biblioteca Universitaria con ingresso su piazza Puntoni progettata dall’architetto Luca Pedrazzi in cui si potrà garantire l’ordine originale della disposizione dei libri e dove verrà anche riprodotto fedelmente l’ufficio del professore e semiologo di fama mondiale.
“Una biblioteca non è una somma di libri – raccontava Eco nella sua lectio magistralis alla Fiera internazionale del Libro di Torino nel 2007 – è un organismo vivente con una vita autonoma […] La biblioteca non è solo il luogo della tua memoria, dove conservi quel che hai letto, ma il luogo della memoria universale, un repositorio dove al limite tutto si confonde e genera una vertigine, un cocktail della memoria dotta”.