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BaseCamp: un altrove capace di sorprendere

Un ecosistema temporaneo che da Locarno porta cinema, suono e sperimentazione alla Fabbrica del Vapore

Scritto da La Redazione il 21 novembre 2025

BaseCamp Altrove arriva alla Fabbrica del Vapore come un ecosistema temporaneo, poroso e in trasformazione, dove pratiche artistiche, cinema del reale, futuri possibili e forme di ascolto condiviso si intrecciano. Dopo essere nato a Locarno – nell’ambito di Locarno Film Festival – come spazio di ospitalità e coabitazione per la generazione emergente del cinema e delle arti visive, BaseCamp si sposta d’inverno “altrove”: un luogo che non replica il festival, ma lo estende, lo mette in discussione, ne reimmagina le traiettorie. Ve lo raccontiamo in tutto il suo programma espanso, che nell’arco di poco più di un mese crea un vero e proprio universo di visione e sperimentazione, e vi invitiamo a gustarlo e partecipare con curiosità.

Cuore del progetto, la BaseCamp Library — iniziata da Jan Steinbach — si presenta come un archivio vivente dedicato all’ascolto, agli echi e alle ecologie. Novanta nuovi titoli ampliano la prima edizione Hold The Sound, trasformando i libri in contenitori di storie e risonanze che attraversano paesaggi, relazioni e sistemi culturali. La Library prende forma grazie a un allestimento modulare e condivisibile: la struttura metallica di Gabriel Hafner, gli oggetti mobili di Agnes Murmann e Nicole Brugger, il padiglione tessile di PAFF Atelier, le installazioni in legno e stoffa di Claudio La Mattina in collaborazione con Refusès e con la produzione di Dario Auget. Uno spazio da abitare, riorganizzare, attraversare.

Accanto alla Library, il programma pubblico attiva una costellazione di pratiche eterogenee che mettono in relazione artisti internazionali, giovani cineasti e la comunità milanese.

Il 20 e 21 novembre prende forma BookOrchestra Expanded, il progetto di Andrea Marinelli che esplora la sonificazione collettiva dei materiali d’archivio: libri, voci, suoni e letture diventano materia compositiva. Con lui, gli artisti in residenza: Cristian Ferretti (Head of Readers), Enrico Gabrielli, Sam Angus McGehee, Virginia Genta e David Vanzan (Jooklo Duo), Angelo Brezza, Antonio Macaretti, Marko Miladinović e Alberto de Angeli. Una pratica aperta che invita il pubblico a intervenire, leggere, trasformare.

Il 27 novembre, l’artista e regista Micol Roubini conduce un workshop dedicato alla percezione del paesaggio sonoro e al potere generativo del fuori campo. La sera, in collaborazione con FilmIdee, Daniela Persico cura la rassegna Short Films, Long Distance, mettendo in dialogo le opere di giovani cineasti lombardi con i filmmaker internazionali in residenza: Ataka 51/Dimitry Gorbaty, Davide Palella, Mario Blaconà, Elisa Baccolo, Anisa Sabiri, Giada Bossi. Tuttə da scoprire.

Il 2 dicembre, la ricercatrice Eva-Maria Spreitzer propone Echoing Futures, un laboratorio che unisce visioni dal futuro, sound design e archivi sonori raccolti alla Fabbrica del Vapore, generando nuovi “eco-manufatti” in collaborazione con l’intelligenza artificiale.

L’11 dicembre, insieme al progetto curatoriale Insolente, Tea Paci e Valentina Manzoni presentano Soft Focus, una selezione di cortometraggi che accosta sguardi emergenti italiani ai lavori dei filmmaker residenti: Alex Lane, Ayaal Adamov, Mackenzie Reid Rostad, Karen Joaquín, Maria Elena Franceschini, Emma Onesti, Santiago Torresagasti, Emma Laszlo.

Il 12 dicembre, Giorgia Di Giusto introduce la pratica dell’audio descrizione poetica come spazio di accessibilità creativa e di traduzione sensibile tra immagine e linguaggio.

Il 13 dicembre, Erik Bünger presenta Thou Shalt Not Speak, una lecture-performance che indaga il rapporto paradossale tra voce fuori campo, immagine e silenzio.

Il 16 dicembre, la ricercatrice e curatrice Annalisa Pellino analizza la voce come dispositivo estetico e politico, una forza atmosferica che attraversa i media e ne rivela le tensioni contemporanee.

Il 18 dicembre, l’illustratore Elio Ferrario guida Infinite Library, un laboratorio che trasforma l’archivio dei libri in un generatore di immaginari condivisi attraverso copertine di volumi immaginari.

Il 19 dicembre, la visual artist Ludovica De Santis chiude il programma con Oniropractica, una performance che intreccia videoarte, sogno lucido e movimento, portando il pubblico in una dimensione liminale che si muove tra REM, immagini coreiche e paesaggi digitali dreamcore.

BaseCamp Altrove è un invito: abitare un luogo, ascoltare ciò che vibra nel presente, immaginare ciò che ancora non ha trovato forma. Un laboratorio di convivenza dove libri, film, performance e archivi diventano strumenti per interrogare il nostro modo di stare insieme — oggi e nei futuri che possiamo cominciare a costruire.