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Collettive underground romane: Weirdside

Scritto da Carolina Dema il 13 ottobre 2025

Siamo arrivatə al punto in cui l’emo e lo screamo si sono conquistati i posti più alti nel meme dell’iceberg dei sottogeneri musicali del punk – nato in realtà come metafora freudiana del conscio-inconscio. All’apice sommerso c’è qualcosa tipo i NOFX, l’hardcore dei Millions of Dead Cops; appena sotto la superficie dell’acqua, e man mano inabissandosi si trova, forse, il midewest dei Mineral, il jazzcore dei Dillinger Escape; ancora più a fondo la trap-emoviolence dei mis sueños son de tu adiós e nello strato basale il japanoise degli Incapacitants.

Qualche esempio: band amatissime come gli Stegosauro e i Radura che, con i polpastrelli indolenziti per il tapping e la gola rotta dalle urla, si asciugano il sudore e ripartono a suonare il set da capo, per non lasciare nessunə fan a languire tristemente per il sold out fuori dalla diy venue del caso. L’infrangibile muro di gente per il live dei Gazebo Penguins all’ultimo Italian Party (quando causa pioggia toccò rilegare quattordiciband nell’angusto bar della Piattaforma di Umbertide); l’aggiunta di date last minute per il ritorno dei La Quiete dopo quasi dieci anni di inattività; metà del pubblico schiacciato e invorticato sul palco assieme ai Noverte per urlare nel microfono “Se questo è il futuro, che fregatura/Se questo è il futuro, io ho paura”; collettive, distro e booking dal basso che fioriscono come piante spontanee in quel giardino di vegetali di plastica che è la musica establishment.

Nel 2021 c’era una fetta della nascente scena indie-emo romana, che annaspando tra sale prove, venues ed etichette underground trovava un tronco a cui aggrapparsi in quella vecchia gloria padovana di “È un brutto posto dove vivere”. Una realtà che, nonostante ora abbia chiuso, è stata per anni uno dei punti di riferimento per la distribuzione dal basso di band screamo e post-hardcore. Non solo aiutando lə musicistə a stampare CD, cassette e vinili, ma anche promuovendole in giro per l’Italia tra banchette ai festival e online store. Da lì, chiacchiera più chiacchiera meno, vista la grande passione e il non meno grande spaesamento delle ragazze e dei ragazzi romani, “È un brutto posto dove vivere” decise di adottarli, aiutandoli a fondare la distro Weirdside come sua succursale medio-tirrenica per la distribuzione di musica underground. Di certo senza nessuna velleità imprenditoriale, perché di dischi non se ne vendevano tanti, ma spinti dalla fotta e dall’amore di condividere con più gente possibile un genere musicale che in Italia viveva un periodo di stagnazione. È proprio attorno a quegli anni, infatti, che tornano a fioccare festival diy e collettive le quali, innestandosi nel panorama musicale italiano, porteranno l’emo alla popolarità (parliamo sempre di bolle, eh) che si sta godendo ora.

La “svolta”, per Weirdside, avviene nell’ottobre del 2021, quando i bolognesi Garda 1990 – di cui Weirdside portava in giro i dischi – gli chiedono una mano per organizzare una data a Roma. È in quel weekend di metà ottobre, all’ex cinodromo occupato Acrobax, insieme a Bliss, Lysine, e Volontè, dunque che Weirdside da distro si trasforma in un collettivo di organizzazione concerti. Da lì in poi, tra date frequentate oltre le aspettative, gli inevitabili flop, una dubbia parentesi hyperpop nel 2023, il concertone dei Quercia, e moltissime band emergenti romane ad affiancare i nomi più celebri –  il collettivo cresce. Oggi è una delle principali realtà di riferimento per l’emo e lo screamo romano, organizzando date in varie location e stanziandosi da qualche tempo a questa parte principalmente al Whislist in San Lorenzo.

L’obiettivo del collettivo – quello che è o dovrebbe essere comunitario a ogni realtà diy – non è la celebrità né tantomeno farsi baluardo dell’egemonia dello skramz, ma portare a Roma le band che amano – anche spaziando su post, shoegaze, alt… – al di fuori dei personalismi e protagonismi spicci. Inoltre prestano attenzione a dare ai gruppi più giovani la possibilità di crearsi uno spazio nella scena musicale perché se no, come dicono tanto giustamente quanto semplicemente i regaz di Weirdside, la musica muore.

Un’altra questione che hanno molto a cuore è la trasparenza, infatti furono loro, un paio di anni fa, a pubblicare un comunicato in cui – senza infamare direttamente i presi in causa – raccontarono di alcune dinamiche da major succhia soldi di una storica band emo e del loro booking. Mentre a Natale scorso condivisero una lettera aperta in cui, dopo avere esplicitato il loro modus operandi sulla curatela musicale e sugli accordi economici tra band, collettiva, fotografə, grafichə, venue, e chiunque altrə partecipi agli eventi, denunciarono un noto festival estivo romano che era venuto meno al pagamento presupposto per l’organizzazione, sul suo palco, di una serata Weirdside. Lettera che si chiude con un appello a ricordare che il punk è un genere che esula dal lucrare meramente sulle spalle dellə artistə.

Tra un excursus storico e l’altro nel frattempo siamo arrivati all’autunno. Questo vuol dire che l’annuncio di una nuova e freschissima stagione musicale riuscirà forse a lenire la malinconia propria della stagione. Di seguito quindi ecco qualche sbirciatina alla programmazione 2025/2026 di Weirdside.

La prima data è stata sabato 27 settembre, sul palco i chivàla (post hardcore da Bari) che da quest’estate hanno ripreso a girare per l’Italia per farci “scavare le viscere” col loro ultimo album “Boato”, uscito a fine 2024. A spalleggiarli sul palco i Leita da Vicenza con l’emo math del loro concept album “Alle porte del regno animale”, dedicato al “fragile rapporto tra natura e uomo”, e due local heros romani: lo screamo impestatissimo dei Lillà (che stanno cucinando un nuovo EP, di cui hanno già anticipato tre singoli) e il samba math folleggiante degli alGot (da recuperare in discografia “OUCH”).

Il 4 ottobre, post corteo nazionale pro-Pal, si sono spostati all’associazione V Zona in via Mozart per una data in acustico con il release party del primo EP “Denti da latte” della giovanissima cantautrice romana e Tenco-lover Mayakovskij. Insieme a lei Animamigrante (una bella chitarra folk d’atmosfera arricchita da synth e cajón) e il napoletano d’Egidio che si definisce softcore, grunge, doom, spleen, romantico, patetico.

Da sabato 25 ottobre si ritorna invece al Wishlist con circa una data al mese fino ad aprile. La prossima sarà il release party del primo album delle esotericissime riot grrrl romane Sutura (“Se Un Taglio Unisce, Ricucire Aliena”), a incorniciare il tutto il post hardcore della Rivoluzione Industriale E Le Sue Conseguenze da Bolzano (Pisciacane è già un anthem), l’alternative rock neo-soul del progetto della sognante Doglie Blu (da ascoltarsi in preparazione l’album “hey, luce”) e, sempre da Roma, per la nostra gioia transfem, un’altra band tutta al femminile che, nonostante non abbia ancora rilasciato tracce ha già sfondato col suo intenso alternative diversi palchi di questa maledetta città, le Katemika.

Per conoscere le band delle prossime serate dobbiamo ancora aspettare, ma la stagione vedrà un bel po’ di gruppi italiani e romani, esordienti e piuttosto affermati, spaziando dall’emo/screamo, allo shoegaze, al post hardcore, all’alternative punk. Highlights: una band austriaca in tour con dei famosi emo vicentini il 30 novembre, una data in collaborazione con il collettivo Disbieco (che organizza i giovedì al 30 Formiche) il 28 febbraio, e l’arrivo in Italia di una storica band math-rock di uno stato confinante con l’Italia il 12 aprile.