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Dentro il bicchiere, due città

Dal bancone dell’Hotel Posta di Cortina al Bar Basso di Milano: Maurizio Stocchetto ci guida tra due città e due stagioni del bere, dalle Olimpiadi del 1956 ai giorni nostri

Scritto da Ario Mezzolani il 17 novembre 2025

Illustrazione di Davide Scrollini

Maurizio Stocchetto è il custode di una storia che passa di padre in figlio, di shaker in shaker, da Cortina a Milano. Figlio di Mirko Stocchetto — l’uomo che nel 1967 prese in gestione il Bar Basso e lo rese quello che è oggi — Maurizio porta avanti quella tradizione con la calma di chi ha imparato a misurare il tempo con il rumore del ghiaccio.

È davanti al bancone del Bar Basso, tra i bicchieri alti del Negroni Sbagliato e le bottiglie allineate come in una biblioteca di liquori, che ci incontriamo. Voglio capire come un bar nella Perla delle Dolomiti — il bar dell’Hotel Posta, dove Mirko si era formato — abbia influenzato e plasmato quella che oggi è l’icona più riconoscibile del bere milanese; e come due città, diverse per ritmo, luce e altitudine, convivano nello stesso bicchiere.

È Maurizio la voce narrante di una serie di capitoli che ci accompagneranno tra le memorie personali e quelle del padre Mirko, dentro quella cornice doppia che è Milano e Cortina, montagna e città.

Illustrazione di Davide Scrollini

Siamo dentro al Bar Basso e Maurizio mi sorride, con il suo viso aperto così distintivo e i suoi occhiali spessi, mentre mi chiede di spostarci in un angolo del locale, al riparo dalle chiacchiere dei clienti. Nel tragitto provo a immaginarmi quante storie, divagazioni e confessioni questo bar abbia assorbito. Ci sediamo nell’ala destra e mi accorgo, per la prima volta, che il Bar Basso cambia completamente natura se lo guardi da questo lato. La parte sinistra ha l’aspetto autentico di un bar d’epoca, con specchi e luci soffuse; l’altra, invece, ricorda una baita di montagna.

È come se una parte del bar fosse rimasta a Cortina. Un modo, forse inconscio, per tenere la montagna dentro la città.

Da lì comincia il racconto di Maurizio. La sua voce è calma, affettuosa, scandita da pause brevi, come se pesasse ogni ricordo prima di lasciarlo uscire. È lui il custode di una storia familiare che attraversa luoghi, epoche e bicchieri; è lui la voce narrante di una serie di capitoli che ci accompagneranno tra le memorie personali e quelle del padre Mirko, tra stelle del cinema e sciatori olimpici, dentro quella cornice doppia che è Milano e Cortina. Un viaggio tra montagna e città.

Illustrazione di Davide Scrollini