Ci siamo immaginati la città come un unico, grande ristorante. Di quartiere in quartiere abbiamo mappato alcune attività resistenti che vogliamo supportare, selezionando – simbolicamente – un piatto o un drink a locale. Il bar dove hai rimorchiato quella sera, la trattoria dove hai fatto il bis di mondeghili, il locale fighetto che non hai mai smesso di fotografare. Sono qui, ancora a infornare, impiattare o shakerare, si spostano in motorino o in bici e suonano il campanello di casa tua. Il menu del tuo quartiere è un gioco da scorrere, una fotografia semiseria del lato gastronomico della porzione di città in cui viviamo.
Se pensate di mangiare ortiche vi sbagliate di grosso. Tralaltro il nome di questo quartiere che si spinge a est di Milano non è un omaggio all’erba selvatica – che a onor del vero è anche molto buona – ma agli orti, di cui è piena. Il verso gastronomico che vi farà l’Ortica è un il riflesso di quello che è alla luce del giorno: un po’ romantica, come potrebbe essere un bacio sotto un ponte d’acciaio (il suo), un po’ resistente e nostalgica, con il fantasma di Jannacci che ancora girovaga tra le sue strade. Così, passando di qui, vi regalerete un assaggio di storia da mandar giù con lasagne, arrosticini, cotolette alla milanese e birre importanti. L’Ortica c’è.